Il 15enne travolto e ucciso in provincia di Pordenone mentre si trovava sulla pista ciclabile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-22

L’auto, guidata da una giovane soldatessa americana di stanza ad Aviano, ha sbandato e ha colpito il giovane

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È stato colpito da un’automobile davanti agli occhi dei suoi due amici che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Ma per lui non c’è stato nulla da fare e si è spento, per via delle gravi e profonde ferite provocate dall’impatto, in ospedale. Il giovane Giovanni Zanier, di soli 15 anni, è morto dopo esser stato investito da una VolksWagen Polo nera guidata da una soldatessa americana di stanza nella base USA di Aviano. Stando ai risultati dell’alcol test, la soldatessa era ubriaca alla guida: il tasso alcolemico nel sangue era pari a 2.09 grammi per litro, 4 volte il limite consentito. L’automobile, secondo le ricostruzioni, ha sbandato all’uscita di una rotonda centrando il ragazzo che si trovava lì, trasportando la sua bici a mano, insieme ai suoi coetanei. Sulla pista ciclabile al fianco della carreggiata.

Giovanni Zanier, il 15enne in bicicletta investito e ucciso a Pordenone

Il tutto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 2.30. Giovanni Zanier si trovava insieme ai suoi amici lungo quel tratto di strada nel comune di San’Antonio di Porcia, in provincia di Pordenone. Si trovava lungo la pista ciclabile e stava facendo rientro a casa in compagnia di altri adolescenti. In quel frangente, l’automobile guidata dalla soldatessa americana ha sbandato all’uscita di una rotonda: il mezzo ha perso aderenza con l’asfalto e ha centrato il ragazzo. Quel tratto di strada era particolarmente buio per via dell’assenza di illuminazione: il Comune, per via di una politica di risparmio energetico, aveva deciso di spegnere le luci stradali nelle ore notturne.

Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. L’impatto l’ha fatto prima finire sul parabrezza della vettura e poi lo ha sbalzato a una decina di metri di distanza. Il personale medico del 118 ha provato a rianimarlo in strada, ma il 15enne si è spento poco dopo il ricovero all’ospedale di Pordenone. La donna alla guida della vettura, una 20enne americana di stanza ad Aviano, è ora accusata di omicidio stradale.

Il rischio di un processo negli Stati Uniti

La stessa donna è stata ricoverata sotto choc in ospedale ed è stata sottoposta agli esami di rito per valutare l’eventuale guida in stato di ebrezza. Ma il processo nei suoi confronti potrebbe non avvenire in Italia, come spiegato all’indomani dell’incidente procuratore di Pordenone, Raffaele Tito:

“È il ministro della Giustizia italiano che può, a discrezione o su richiesta della base americana, invocare il difetto di giurisdizione e consentire così all’indagato statunitense di essere giudicato nel proprio Paese”.

Questo, infatti, è quanto previsto dalla Convenzione di Londra del 1951 che si occupa dei militari Nato di stanza in Europa”.

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