Giovanni Pampillonia: il poliziotto della Digos nel caso delle firme false a 5 Stelle a Palermo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-07

Ieri a Le Iene è andato in scena un altro servizio della vicenda e il protagonista principale è stato proprio Pampillonia, inseguito da Filippo Roma per farsi rilasciare qualche dichiarazione. Alla fine però…

article-post

Giovanni Pampillonia è il poliziotto della Digos e cugino di secondo grado di un candidato che ha indagato sulle presunte firme false a 5 Stelle alle elezioni comunali di Palermo nel 2012. Ieri a Le Iene è andato in scena un altro servizio della vicenda e il protagonista principale è stato proprio Pampillonia, inseguito da Filippo Roma per farsi rilasciare qualche dichiarazione: lui ha precisato davanti alle telecamere di non essere autorizzato a rilasciare interviste nonostante sia finito al centro di due interrogazioni alla Camera rivolte al ministero dell’Interno per aver condotto le indagini poi archiviate nonostante fosse semplice effettuare una verifica sui moduli contattando chi aveva messo le firme.
La Procura ha acquisito le email che i grillini si scambiavano all’epoca, mentre nel servizio si mostra l’inseguimento del poliziotto: “La soluzione era a portata di mano, bastava farsi dare la copia delle firme e chiedere ai diretti interessati, perché non lo avete fatto?”, dice Roma a Pampillonia che preferisce, secondo le regole, non rispondere spiegando che in quanto funzionario del dipartimento pubblica sicurezza non può rilasciare dichiarazioni. “Una situazione del genere non è gestita da me… secondo lei, in questa fase…”, dice Pampillonia facendo evidentemente riferimento al segreto istruttorio vista la nuova indagine in corso.

Curiosamente, però, dopo la fine del siparietto lo stesso Pampillonia “convoca” in questura Filippo Roma per la notifica di un provvedimento. Il provvedimento è l’acquisizione dei fogli con le firme false in possesso delle Iene, utilizzati per i primi servizi del programma di Italia Uno. Dopo tre ore negli uffici l’inviato spiega che il magistrato ha chiesto la consegna dei moduli con le firme, che si trovavano a casa sua a Roma; la suocera di Roma ha fatto entrare i poliziotti e ha consegnato loro le carte.

Leggi sull’argomento: Le firme false dei 5 Stelle a Palermo: cosa dicono i periti?

Potrebbe interessarti anche