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L’assurda reazione di un allenatore che colpisce con un pugno l’arbitro | VIDEO

neXtQuotidiano 27/09/2021

L’episodio è accaduto nel corso del match, valido per la Prima Categoria piemontese, tra Oleggio e Carpignano. Il tecnico della squadra ospite protesta con il direttore di gara e poi lo ha colpito con un pugno in piena faccia

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Il buon esempio. Quello che gli allenatori dovrebbero dare ai loro giocatori (piccoli o grandi che siano) per ricordare come lo sport sia un qualcosa che dovrebbe portare gioia mista al sano senso etico della competizione. Tutto questo è, ormai, andato perduto e le immagini che arrivano dal Piemonte ne sono un’amara conferma. Giovanni Alosi, allenatore del Carpignano – squadra che milita in Prima Divisione – reagisce a una decisione del direttore di gara sferrandogli un colpo in pieno volto. E, oltre a quel vile gesto, anche i calciatori hanno avuto il coraggio di protestare per la decisione di interrompere la partita.

Giovanni Alosi, l’allenatore del Carpignano che dà un pugno all’arbitro

Le immagini mostrano una violenza senza senso. Giovanni Alosi, allenatore della squadra ospite, discute con il direttore di gara – Andrea Felis della sezione di Torino – dopo una decisione “di campo”. L’arbitro si volta per allontanarsi e viene raggiunto da un pugno in pieno volto. Per non alimentare ancora le tensioni – nonostante il dolore e la frustrazione per il colpo subìto – l’arbitro fa l’unica cosa possibile (e nelle sue facoltà, come previsto dal regolamento): fischia tre volte e manda entrambe le squadre negli spogliatoi.

L’aggressione è stata brutale e priva di senso. Un episodio che, però, si va a sommare a molti altri accaduti anche nel corso degli scorsi anni. Tristi precedenti resi ancora più paradossali dall’atteggiamento di alcuni giocatori del Carpignano che sono andati a protestare contro la decisione del direttore di gara.

Le “scuse” del tecnico

Come riporta un sito d’informazione sportiva di Novara, l’allenatore del Carpignano ha immediatamente presentato le sue dimissioni alla società, in attesa della decisione della Federazione che potrebbe squalificarlo per moltissimi mesi:

“Non cerco giustificazioni perché quello che ho fatto non ha niente a che fare con i valori e con il mio modo di intendere il calcio, che è prima di tutto un divertimento che non può e non deve permettere tensioni come quelle che mi hanno portato a compiere questo gesto bruttissimo e di cui mi vergogno in prima persona, perché ho visto anch’io le immagini ma non mi ci riconosco. Non posso che chiedere scusa in primo luogo al direttore di gara, con il quale ho avuto modo di parlare al termine della gara per porgergliele di persona, ai nostri avversari per aver rovinato una gara di calcio in cui gesti violenti come il mio non dovrebbero trovare mai posto e infine alla mia società verso la quale mi sento responsabile non solo per il ruolo che ricopro ma anche perché possediamo un settore giovanile con tanti ragazzi a cui non andrebbero mai presentati esempi come il mio. Purtroppo ho avuto un secondo di buio totale, in cui ho male interpretato un’espressione del direttore di gara che, in quel momento, mi pareva irridente, ma ciò non avrebbe mai dovuto portarmi a compiere un gesto così brutto”.

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