“A Torino tra qualche anno ci saranno 50 gradi”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-22

Oggi giovedì 22 aprile è l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Costa sta rischiando il nostro pianeta

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Oggi giovedì 22 aprile è l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Costa sta rischiando il nostro pianeta a causa del riscaldamento climatico? Lo spiega in un’intervista a La Stampa Emlio Padoa-Schioppa, docente di Ecologia del paesaggio e Didattica della biologia alla Bicocca

Giornata mondiale della Terra: “A Torino tra qualche anno ci saranno 50 gradi”

Padoa Schioppa, che oggi in occasione della Giornata della Terra terrà una lettura del suo libro “Antropocene” in un incontro online al Circolo dei Lettori con Alessandra Prampolini, direttore generale Wwf Italia spiega che l’Antropocene è l’era in cui l’azione dell’uomo ha modificato profondamente i processi del “sistema Terra”, alterando equilibri, chimici, biologici e climatici. Anche il COVID, spiega il professore, si è diffuso così velocemente rispetto a epidemie passate, per la massiccia presenza dell’essere umano sul pianeta. Si può fare ancora qualcosa? Dovremmo, anche perché presto vivremo sulla nostra pelle le conseguenze:

Cosa potrebbe fare l’umanità per fermare una deriva pericolosa per l’ecosistema?

«Anche volendo assumere solo la prospettiva più egoistica della tutela della nostra specie, ci sarebbe da riflettere su fenomeni come il riscaldamento globale. Fra qualche anno, in città come Torino o Milano, in estate la temperatura raggiungerà punte di 50 gradi. Non parliamo poi dell’acqua: lo scenario è quello di vere e proprie guerre per accaparrarsela».

La soluzione è a portata di mano? Padoa Schioppa sottolinea che sono con azioni ecologicamente virtuose potremo ridurre l’impatto dell’uomo sul pianeta.

2020: l’anno più caldo in Europa

C’è davvero da preoccuparsi? Oggi, il rapporto annuale sullo stato del clima europeo del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici spiega che il 2020 è stato l’anno più caldo per l’Europa, con la temperatura più alta mai registrata: almeno 0,4 °C in più rispetto ai cinque anni più caldi mai registrati, tutti dell’ultimo decennio. “European State of the Climate 2020” svela che autunno e inverno sono stati inoltre i più caldi mai registrati nel vecchio continente: in particolare, l’inverno europeo ha stabilito un nuovo record superando di oltre 3,4 °C la media del periodo 1981-2010, superando di circa 1,4 °C il record precedente. Eccezionalmente calda l’Europa nord-orientale con le temperature che hanno superato di quasi 1,9 °C il record precedente. Durante l’inverno, le temperature massime e minime in questa regione hanno superato, rispettivamente, di 6 e 9 °C la media 1981-2010. Insomma, il rapporto sullo stato del clima in Europa traccia una chiara e continua tendenza al riscaldamento. Ma non solo: a livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, così come gli ultimi sei anni. In particolare, le temperature medie degli ultimi cinque anni sono le più alte mai registrate, con 1,2 °C sopra la media del periodo 1850-1900. Temperature annuali superiori alla media si sono verificate nella Siberia settentrionale e nelle parti adiacenti dell’Artico, dove hanno superato la media di ben 6 °C. Temperature inferiori alla media, invece, nel Pacifico equatoriale ma per effetto de La Niña, nella seconda metà dell’anno.

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