Attualità
Gianpaolo Scafarto, le nuove accuse e la promozione
neXtQuotidiano 12/09/2017
Ha ricevuto la promozione al grado di Maggiore. L’arma spiega perché. Intanto per lui c’è una nuova accusa di violazione di segreto d’ufficio. Renzi: «Pubblichino le chattine del NOE»
Gianpaolo Scafarto è stato promosso. Il comandante del NOE indagato nell’inchiesta CONSIP ha ricevuto ieri la promozione al grado di maggiore, che “è avvenuta in attuazione di una norma di legge entrata in vigore nel luglio scorso, che ha previsto per tutti gli ufficiali del ruolo speciale dei Carabinieri il recupero di due anni dell’anzianità di servizio maturata in precedenza”. Lo sottolinea il Comando generale dell’Arma. “L’applicazione della norma” (l’articolo 2212-duodecies del decreto legislativo 15 marzo 2010, n.66, introdotto dal decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, sul riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia) “è dovuta ed automatica – afferma il Comando generale – senza alcuna possibile discrezionalità o deroga dell’Amministrazione, in quanto la posizione di indagato, rivestita dall’ufficiale in questione, non costituisce motivo ostativo all’avanzamento di grado (costituisce impedimento alla promozione solo il rinvio a giudizio)”.
L’ufficiale è finito sotto inchiesta da parte della Procura di Roma con l’ipotesi di falso perché sospettato di aver manomesso alcuni brani della prima e più corposa informativa dell’inchiesta sul caso CONSIP, avviata dai magistrati napoletani e poi trasmessa per competenza all’ufficio di piazzale Clodio. L’investigatore avrebbe attribuito all’imprenditore Alfredo Romeo e non al suo consulente, l’ex parlamentare di An Italo Bocchino, la frase «Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato», indicata nell’informativa come un riscontro al presunto colloquio, sempre energicamente smentito dai diretti interessati, fra Romeo e Tiziano Renzi (padre dell’ex premier Matteo) indagato a Roma per traffico di influenze. Oggi Scafarto dovrà difendersi da una nuova accusa di violazione di segreto d’ufficio, per aver passato delle carte a un giornalista, nell’interrogatorio che renderà alla procura di Roma (nella precedente occasione si è avvalso della facoltà di non rispondere). Intanto Matteo Renzi ha chiesto di pubblicare gli atti del NOE: «Pubblichino le “chattine” del Noe, pubblichino quello che c’è da pubblicare e vediamo, poi, se qualcuno ha mentito sul presidente del Consiglio», ha detto ieri sera, intervenendo alla Festa dell’Unità di Firenze, il segretario del Pd. «Tra l’altro domani c’è un interrogatorio importante, immagino che verranno fuori delle cose interessanti»,