La commozione di Geppi Cucciari di fronte al racconto della donna trans sopravvissuta ai campi di sterminio | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-28

La conduttrice di “Che Succ3de” su Rai 3 Geppi Cucciari si commuove ascoltando la storia di Lucy Salani, donna 98enne deportata a Dachau perché trans

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Geppi Cucciari si commuove in diretta durante la puntata di “Che Succ3de” andata in onda su Rai3 dedicata alla Giornata della Memoria: impossibile per lei trattenere l’emozione di fronte alla storia di Lucy Salani, la donna transessuale 98enne sopravvissuta ai campi di concentramento e ospite della sua trasmissione in collegamento.

La commozione di Geppi Cucciari di fronte al racconto della donna trans sopravvissuta ai campi di sterminio

La sua vicenda è stata raccontata anche in un film documentario, “C’è un soffio di vita soltanto”, di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini: nata come “Luciano”, fu deportata a Dachau per diserzione e omosessualità, e fu liberata all’arrivo degli alleati nel 1945. Nel corso della trasmissione ha raccontato quanto vissuto in quegli anni terribili: “Prima portavo i cadaveri, poi ho lavorato alla stazione di Monaco dove facevo i binari. Alla fine mi hanno sparato, ma sono sopravvissuta. La mia paura più grande? Di essere viva. Volevamo tutti morire, ma eravamo troppo vivi per poterlo fare perché avevamo paura del dolore, ma avremmo voluto morire tutti. Mi ha aiutato la forza di volontà, la forza del domani, la forza di essere liberata. Quando ero lì ho più volte perso la speranza, dicevo ‘qua ci lascerò il mio cadavere’. Come ho vissuto la transessualità negli anni 30? Purtroppo è stato brutto, qualche volta ho preso qualche ceffone e qualche calcio. Non ho mai cambiato il mio nome, tutt’ora mi chiamo Luciano nei documenti. Questo perché lo considero un nome sacro, me lo hanno dato i miei genitori, non posso cambiarlo”.


Parole cariche di emozione, al punto che – una volta chiuso il collegamento – Cucciari si è presa un momento per riprendersi. “Ai giovani di oggi – è il messaggio di saluto di Lucy – dico di continuare a lottare come ho fatto io, non ci sono i campi di concentramento, ma non devono arrendersi perché devono capire che noi siamo esseri umani”.

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