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“Prima di chiedere i soldi fate la prova”: la richiesta della gelataia bolognese (e le critiche sui social)
neXtQuotidiano 24/04/2022
Barbara Poggi, proprietaria della Cremeria San Francesco, è stata costretta a chiudere i profili social, dopo essere stata presa di mira da recensioni negative e messaggi d’odio.
Critiche e messaggi d’odio hanno colpito la proprietaria di una storica gelateria nel centro di Bologna. Tutto è cominciato con un post su Facebook dove Barbara Poggi, 51 anni, titolare della Cremeria San Francesco nell’omonima piazza, cercava una persona da assumere per il servizio al banco. Nel post, poi cancellato, la gelataia scriveva: “Ricordate, ai miei tempi prima di chiedere quanto prendo? si faceva una prova e poi si discuteva di soldi. Vi consiglio lo stesso approccio”.
“Prima di chiedere i soldi fate la prova”: la richiesta della gelataia bolognese (e le critiche sui social)
Una frase che ha scatenato un vero e proprio polverone, tra chi le ha dato della schiavista a chi ha puntato sull’ironia, commentando: “Se partiamo da questo presupposto vado ad assaggiare il gelato gratis, e solo se mi piace ci torno pagando…”. Un episodio che riaccende la polemica sul rapporto tra lavoro e compenso, dopo che già nei giorni scorsi le parole di Alessandro Borghese avevano infiammato il web.
Investita dalle critiche, la gelataia si è vista costretta a cancellare il post, tentando di scusarsi su Facebook. “Abbiamo cancellato il post perché siamo dispiaciuti, tra l’altro, dal tenore dei commenti (molti al limite della querela)… Ci dispiace se qualcuno si è sentito offeso, per questo abbiamo cercato di rettificare. Abbiamo scritto un post di corsa e senza badare al fatto che potesse essere fraintendibile, scegliendo le parole sbagliate”.
Ma il post di scuse è servito a ben poco e numerosi sono stati i commenti negativi: “Non era fraintendibile. Era proprio una porcata immonda”. E ancora: “Vergognatevi, ladri! Schifosi ladri”, e “Spero falliate (male)”.
“Non so più cosa fare – ha racconta Barbara in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino – mi arrivano messaggi anche sul cellulare con scritto ‘bastarda, devi morire’. Siamo qui da sedici anni, siamo una impresa familiare, e solo noi sappiamo come è difficile trovare le persone giuste, quello che non se ne va a metà stagione lasciandoti nei guai. Non volevo dire che i giovani sono sfaticati, sono convinta che ci siano molti giovani che vengono sfruttati. Ma posso affermare che questi lavori sul web hanno rovinato la percezione della realtà di tanti giovani, tanti preferiscono lavoretti saltuari pagati in nero che possono lasciare quando vogliono piuttosto che un lavoro in regola, pagato onestamente, ma che implica responsabilità di presenza”.