Il Ministro Garavaglia dice che la data per le riaperture potrebbe essere il 2 giugno | VIDEO

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-08

Il capo del dicastero del Turismo ne ha parlato a Omnibus, su La7

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Nelle dichiarazioni pomeridiane (e quotidiane) la Lega continua il pressing sulle riaperture. Poi, però, i ministri del Carroccio prendono una posizione ben diversa rispetto ai proclami populisti e danno indicazioni a respiro molto più ampio. Il tema delle riaperture è stato affrontato questa mattina da Massimo Garavaglia, che guida il dicastero del Turismo nel governo Draghi, e ha esplicitamente fatto riferimento a una data per il possibile ritorno a una parvenza di normalità: il prossimo 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica.

Garavaglia e l’Italia che potrebbe riaprire dal prossimo 2 giugno

“In Francia si parla del 14 luglio, negli Usa del 4 luglio, il 2 giugno è la nostra festa nazionale e potrebbe essere una data per noi”, ha detto Massimo Garavaglia rispondendo a una domanda di Alessandra Sardoni, conduttrice di Omnibus, su La7. Una data che, per il momento, resta comunque simbolica e fittizia. Come spesso ribadito da vari esponenti del governo Draghi (sulla falsariga di quel che accadeva con l’esecutivo Conte), le riaperture sono inevitabilmente condizionate dalla situazione dei contagi e dei ricoveri (anche in terapia intensiva) in Italia. Insomma, nulla di nuovo.

“Tantissime attività posso avere un preavviso molto breve mentre altre attività hanno bisogno di un preavviso più ampio – ha sottolineato Garavaglia -. Oggi siamo sulla stessa linea, come quando entra la safety car durante il Gran Premio, quando poi esce la safety car chi parte più veloce vince. Noi abbiamo bisogno di programmare per essere veloci, altrimenti gli altri ci fregano. Noi diciamo di guardare i dati, monitorarli e sulla base dei dati riaprire il prima possibile”.

Alla fine, dunque, il pensiero di Massimo Garavaglia è lo stesso di Roberto Speranza che da mesi sostiene la linea delle riaperture in base all’andamento epidemiologico e al monitoraggio costante. Inoltre, fa riferimento anche ad alcune attività che – necessariamente – sono state e saranno avvisate dell’eventuale ripresa solo a poche ore dall’effettiva riapertura o chiusura. Insomma, la vecchia polemica sulle piste da sci – cavalcata dalla Lega – si è dimostrata l’ennesima boutade che poi viene smentita dal corso degli eventi. E delle consapevolezze.

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