“È un prestanome della ‘ndrangheta”, fermato l’ex pugile dell’Isola dei Famosi Franco Terlizzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-06

Il suo nome compare all’interno di un’operazione, che si è conclusa questa mattina con la consegna dei provvedimenti di fermo, contro la criminalità organizzata calabrese in Lombardia

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Era salito agli onori della cronaca per via della sua partecipazione, nel 2018, alla 13esima edizione dell’Isola dei Famosi. Ora, però, il nome di Franco Terlizzi torna a comparire sulle pagine dei giornali. Non per la partecipazione a trasmissioni televisive, ma per un’indagine contro la ‘ndrangheta a Milano. Il nome dell’ex pugile e pr della discoteca Hollywood di Milano, infatti, risulta essere nell’elenco dei 13 fermati – nella notte – nell’ambito dell’operazione condotta dai finanzieri dei Comandi Provinciali di Pavia e Milano (e dalla Scico di Roma) denominata “Metropoli – Hidden Economy”. Secondo le ricostruzioni, Terlizzi sarebbe stato uno dei prestanomi di Davide Flachi, un boss della malavita calabrese.

Franco Terlizzi, l’ex pugile invischiato in un’operazione anti ‘ndrangheta

Il 60enne, secondo le accuse dunque, sarebbe stato uno dei prestanomi del figlio dell’ex boss della Comasina (Pepè Flachi, morto nel mese di gennaio di quest’anno). Davide Flachi, infatti, sarebbe al vertice di un sodalizio legato alla ‘ndrangheta in Lombardia. Un’associazione a delinquere dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e al traffico di diverse droghe (dalla marijuana alla cocaina) dall’estero verso il nostro Paese. E l’ex pugile dell’Isola dei Famosi è stato fermato, questa mattina, insieme ad altre 12 persone (per la stessa e anche altre accuse).

Come riporta Il Corriere della Sera, il nome di Franco Terlizzi era comparso già diversi anni fa in un’altra indagine. Sempre sulla ‘ndrangheta a Milano e i suoi traffici illeciti. Ma non era mai stato fermato dalle forze dell’ordine. Fino a questa mattina. Secondo le indagini condotte nel corso degli scorsi mesi, l’ex pugile avrebbe ricoperto il ruolo di prestanome: a lui, infatti, sarebbero state intestate alcune attività utilizzate – come copertura – dallo stesso Flachi per procedere con i suoi traffici illegali. E già in passato, un’operazione simile – ma legata alla compravendita di armi – aveva visto il nome del figlio dell’ex boss della Comasina comparire come principale indagato.

 

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