Francesco Schettino, condannato e libero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-11

Sedici anni al comandante della Concordia, e niente carcere – come è giusto che sia – in attesa della sentenza definitiva. L’accusa aveva chiesto quasi il doppio della pena. Risarciti con 30mila euro i naufraghi che si sono costituiti parte civile

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Cosa dice la sentenza su Francesco Schettino per il naufragio del Costa Concordia? Schettino, ha deciso il tribunale di Grosseto, è stato condannato a 16 anni e un mese di arresto. La sentenza è la somma della condanna per naufragio colposo, per il quale ha ricevuto cinque anni di carcere, omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose – ha preso dieci anni per i 32 morti e i 157 feriti del Costa Concordia – e un anno per il reato di abbandono della nave e abbandono di incapace. Per non aver informato correttamente la Capitaneria di Porto Schettino si è preso un mese di arresto, essendo questa una contravvenzione e non un reato. Il tribunale non ha riconosciuto le attenuanti generiche, mentre come aggravanti la Corte ha riconosciuto la colpa cosciente per il naufragio – che quindi rimane una sua responsabilità, una mossa avventata scelta da lui consapevolmente – e gli ha anche appioppato l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e la professione di comandante per cinque anni.

Foto da: Wikipedia
Foto da: Wikipedia

LA CONDANNA DI FRANCESCO SCHETTINO PER IL COSTA CONCORDIA
Il tribunale di Grosseto ha respinto la richiesta di arresto di Francesco Schettino. Il giudici hanno ritenuto non sussistente il pericolo di fuga dell’ex comandante della Costa Concordia.  Francesco Schettino e Costa Crociere sono stati condannati in solido a risarcire le parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio, alcuni ministeri, la Protezione civile, la Regione Toscana e il comune di Isola del Giglio. Rispetto alla richiesta del pubblico ministero la Corte ha riconosciuto la cosiddetta continuità tra i reati contestati, determinando così l’abbassamento della pena inflitta all’imputato rispetto alle richieste della procura. Alla fine il Pm Maria Navarro si dice comunque soddisfatto: «Una sentenza che ci soddisfa», ha detto subito dopo la lettura. Domenico Pepe, avvocato di Schettino, ha detto che la sentenza non lo soddisfa: «Quello che però è già chiaro – aggiunge l’avvocato di Schettino – è che c’è stata da parte dei giudici una rideterminazione della pena rispetto alle richieste e dunque una visione ben diversa da quella della Procura. Schettino non è un delinquente, si tratta di un delitto colposo». Fantasmagorica invece la dichiarazione del Codacons:

“Il tribunale di Grosseto sconfessa in modo definitivo l’operato della procura e condanna il comandante Francesco Schettino a 16 anni e un mese di reclusione, ben lontani dai 26 anni e 3 mesi che erano stati richiesti dalla procura”. Così il Codacons commenta, con una nota, la sentenza sul naufragio della Costa Concordia. “Molti degli argomenti portati in giudizio dal Codacons – spiega ancora l’associazione – al fine di evidenziare i devastanti malfunzionamenti della nave e l’evidente nesso causale tra questi ultimi e la perdita di vite umane, nonché le altrettanto evidenti responsabilità della compagnia armatrice e degli organismi di certificazione e controllo, sono stati evidentemente tenuti dal tribunale in ampia considerazione nel determinare l’entità della condanna. Tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza e potranno farsi più precise valutazioni. Quel che è certo è che la decisione del tribunale è lontanissima dalle richieste durissime della procura che non sono state accolte dai giudici”.

Il Tribunale di Grosseto ha stabilito che Francesco Schettino e Costa Crociere Spa devono risarcire in solido tutti i naufraghi che si sono costituiti parte civile nel processo sulla Costa Concordia. Tra questi anche la moldava Domnica Cemortan, a cui andranno – come gli altri – 30 mila euro. Il tribunale di Grosseto ha riconosciuto una provvisionale di 300.000 euro sia alla Regione Toscana sia all’Isola del Giglio, che si erano costituiti parte civile al processo. In particolare il Giglio aveva chiesto una provvisionale di 20 milioni di euro. «La sentenza ha rigettato duramente tutte le richieste speculative che erano state fatte dalle parti civili», dice Marco De Luca, legale di Costa Crociere. «Le richieste – ha aggiunto De Luca – erano 20, 30 volte superiori a quelle che il tribunale ha riconosciuto. Quindi, dire che questa sentenza abbia in qualche modo riconosciuto le parti civili, mi pare francamente fuori luogo. Dalle provvisionali concesse – ha concluso il legale – risulta anche equo quanto Costa aveva offerto fin dall’inizio. Per noi questo è motivo di soddisfazione».

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