Il bimbo disabile che non partecipa alla gita coi compagni perché la scuola non trova un pullman adatto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-01

Un bambino di 9 anni affetto da sindrome di McCune-Albright-Sternberg non ha potuto partecipare alla gita con i compagni perché la scuola non è riuscita a noleggiare un pullman compatibile con le sue esigenze

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Mentre i suoi compagni andavano in gita verso l’istituto alberghiero Saffi di Firenze, per un progetto sui comportamenti da tenere a tavola, il piccolo Cosimo, 9 anni, disabile affetto dalla sindrome di McCune-Albright-Sternberg, o sindrome fibrosa poliostosica, è rimasto in classe da solo con la sua insegnante di sostegno. La scuola non è stata infatti in grado di trovare un autobus per disabili. “Questo è un atto di vera e propria discriminazione nei confronti di mio figlio”, ha dichiarato parlando con il Corriere della Sera il padre del bambino. La maestra aveva avvisato entrambi i genitori delle difficoltà riscontrare nel noleggiare un pullman che garantisse accesso anche alle carrozzine, chiedendo quindi alla famiglia la disponibilità ad accompagnare autonomamente Cosimo al Saffi.

Il bimbo disabile che non partecipa alla gita coi compagni perché la scuola non trova un pullman adatto

“Purtroppo io ho aperto un’attività da poco e non ho la patente – ha spiegato il padre – mentre mia moglie aveva un appuntamento improrogabile, e abbiamo spiegato che non saremmo riusciti a portarlo”. Il giorno della gita, l’uomo ha accompagnato suo figlio a scuola e ha notato i suoi compagni di classe prendere l’autobus di linea. “Tutti i mezzi di trasporto pubblico hanno la pedana per le carrozzine – ha detto – quindi semplicemente la scuola non ha voluto portare Cosimo in gita, e adesso voglio sapere perché, voglio delle risposte”.

La versione dell’istituto

Dall’istituto la versione dei fatti è diversa: “Le insegnanti — ha spiegato il preside  — hanno verificato se ci fossero bus e pulmini per disabili a disposizione, il bus c’era, ma i pulmini per disabili no, così le maestre hanno avvisato la famiglia ed è stato concordato che i genitori avrebbero accompagnato personalmente il figlio al Saffi. La mattina però il padre ha portato l’alunno a scuola dicendo che avevano deciso che non sarebbe andato e sarebbe rimasto in classe con l’insegnante di sostegno. L’insegnante di sostegno ha fatto presente che sarebbe stato spiacevole per lui vedere gli altri compagni andare via ma il padre ha replicato che il bambino era d’accordo. Poi invece c’è rimasto male. La soluzione trovata venerdì tra insegnanti e famiglia sembrava mettere d’accordo tutti, invece poi c’è stato un cambiamento nelle decisioni della famiglia. Se le insegnanti avessero saputo che la soluzione trovata non andava bene, avrebbero riprogrammato la gita per una data in cui fossero stati disponibili i mezzi per tutti”. Il padre del piccolo Cosimo ha replicato: “La scuola non può scaricare sui genitori il compito dell’accompagnamento alla gita, è una questione che devono sapere risolvere autonomamente perché tutti i bambini, indipendentemente dalla disabilità, devono avere gli stessi diritti. La scuola dovrebbe essere il luogo dell’inclusione, e invece questo spiacevole episodio ci dimostra che paradossalmente è avvenuto il contrario”.

 

(immagine di copertina: Pixabay)

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