La fine dell’assedio dell’acciaieria Azovstal

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-17

È iniziata l’evacuazione dei militari feriti. Molti di loro sono stati “utilizzati” nello scambio di prigionieri con i russi

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Dopo 82 giorni di combattimento, sono iniziate le operazioni che dovrebbero mettere la parola fine all’assedio dell’acciaieria Azovstal. Da lunedì sera, infatti, i militari ucraini che per oltre due mesi hanno combattuto all’interno di quella struttura cercando di contenere l’avanzata delle truppe russe hanno cominciato ad arrendersi, consegnandosi nelle mani dei soldi inviati dal Cremlino. Molti di loro erano feriti e quelli più gravi sono stati portati in ospedale per ricevere tutte le cure del caso. Ora, come riportano molti media ucraini, la loro sorte è legata a uno scambio di prigionieri di guerra con Mosca.

Azovstal, la fine dell’assedio con l’evacuazione dei militari ucraini

“La guarnigione ‘Mariupol’ ha portato a termine la sua missione di combattimento. Il Comando militare supremo ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare la vita del personale”, si legge in una nota diffusa dallo Stato maggiore ucraino. I primi a uscire da quel che resta dell’acciaieria sono stati 264 combattenti. Una parte di loro, si parla di 53 militari, sono stati portati nel territorio russo di Novoazovsk per ricevere le cure mediche. Gli altri 211, invece, sono stati trasferiti nella città Olenivka, nelle mani dei separatisti filo-russi di Donetsk.

Questa è solo la prima tappa, perché all’interno di quella che era l’acciaierie Azovstal – devastata dagli attacchi missilistici e dai combattimenti – ci sarebbero ancora almeno 300 militari ucraini che dovrebbero esser fatti evacuare nelle prossime ore. L’accordo tra il governo di Mosca e quello di Kyiv, infatti, prevedeva un primo corridoio per la resa dei militari feriti. Poi, forse già nella giornata di oggi, si dovrebbe procedere con quella di tutti gli altri presenti ancora nella struttura fatiscente.

Le parole di Zelensky

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto annunciare così la resa e la fine dell’assedio dell’acciaieria a Sud di Mariupol, con parole di ringraziamento diffuse attraverso il suo canale Telegram:

“Grazie al lavoro dei militari delle forze armate ucraine, dell’intelligence, della squadra dei negoziati, del Comitato internazionale della croce rossa, e dell’Onu. Speriamo di poter preservare la vita dei nostri ragazzi. Tra di loro ci sono dei feriti gravi. A loro viene fornito aiuto. Voglio sottolineare che gli eroi ucraini servono all’Ucraina vivi. È iniziata l’operazione per far tornare i nostri militari a casa. È un lavoro che richiede delicatezza e tempi”.

Tempi che, però, potrebbero non essere molto dilatati, come spiega il quotidiano La Repubblica. Perché già nella giornata di lunedì, il comandante del reggimento Azov – Denis Prokopenko – aveva annunciato l’inizio delle operazioni di resa dei suoi uomini:

“I difensori di Mariupol hanno eseguito un ordine, respingendo il nemico per 82 giorni, nonostante tutte le difficoltà […] L’intera guarnigione di Mariupol sta attuando la decisione approvata dal Comando militare supremo e spera nel sostegno del popolo ucraino”.

E adesso cosa accadrà? Il teatro di guerra dell’acciaieria Azovstal è stato uno dei simboli di questo conflitto. L’accordo raggiunto tra i due governi per l’evacuazione potrebbe rappresentare l’inizio della ripresa delle trattative per arrivare a negoziati di pace più efficaci rispetto a quelli caduti nel vuoto nelle scorse settimane. Anche se questa notte non sono mancati bombardamenti, come quelli russi sulla città di Leopoli.

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