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Secondo Domani la Finanza ha perquisito casa di Conte alla ricerca di fatture per 400mila euro

neXtQuotidiano 02/02/2022

Questa mattina il quotidiano “Domani” riporta la notizia di una perquisizione, avvenuta qualche settimana fa, nella casa di Giuseppe Conte per opera della Guardia di Finanza

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La Guardia di Finanza ha perquisito casa dell’ex premier e attuale leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, su ordine della Procura di Roma, alla ricerca di fatture e documenti relativi a consulenze – del valore tra i 300 e i 400 mila euro e non tutte saldate – che l’avvocato ha svolto per conto di Francesco Bellavista Caltagirone all’epoca in cui era proprietario del gruppo Acqua Marcia. Lo rivela questa mattina il quotidiano diretto da Stefano Feltri Domani, in un articolo a firma Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian. La perquisizione sarebbe avvenuta qualche settimana fa nello studio-appartamento in via della Fontanella Borghese: il nuovo fascicolo d’indagine è ad oggi senza indagati, ed è arrivato alla magistrata romana Maria Sabrina Calabretta dalla Procura di Perugia, che da mesi indaga sulle dichiarazioni di Piero Amara circa l’esistenza della cosiddetta “Loggia Ungheria”.

Secondo Domani la Finanza ha perquisito casa di Conte alla ricerca di fatture per 400mila euro

Gli incarichi risalirebbero a 10 anni fa. Interrogato nel 2019, Amara parlò delle consulenze di Conte e di Guido Alpa, dicendo di aver “raccomandato” alcuni avvocati a Fabrizio Centofanti, al tempo capo delle relazioni istituzionali del gruppo Acqua Marcia. Conte e Alpa si sono sempre dichiarati estranei a ogni addebito. Secondo Domani gli uomini della Gdf dopo essere stati a casa dell’ex premier hanno perquisito anche l’abitazione di Alpa. Poi hanno svolto le stesse acquisizioni di documenti a casa di Enrico Caratozzolo e Giuseppina Ivone, altri togati che hanno lavorato con i due avvocati.

A Domani risulta che sia stato Alpa a fatturare per 400 mila euro. Ma l’avvocato ne avrebbe incassati soltanto 100 mila. Una lettera firmata da Centofanti e dal figlio di Bellavista Caltagirone, Camillo, evidenziava che Conte, per effettuare una “ricognizione dei rapporti giuridici” della società Acquamare, nel cui cda era presente Amara, avrebbe ottenuto «un compenso pari a 150mila euro, oltre accessori di legge come iva e cpa.

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