La sospensione di Filippo Facci dalla professione giornalistica

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-06-17

L’Ordine dei Giornalisti di Milano ha inflitto due mesi di sospensione dalla professione e dallo stipendio all’editorialista di Libero per un pezzo intitolato: «Perché l’Islam mi sta sul gozzo». La decisione è appellabile. Le motivazioni della sentenza

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L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha deciso di sospendere per due mesi dal lavoro e dallo stipendio Filippo Facci per un articolo pubblicato su Libero il 28 luglio 2016 e intitolato «Perché l’Islam mi sta sul gozzo». A darne la notizia è stato lui stesso su Facebook.

Filippo Facci e la sospensione dallo stipendio

Ogni provvedimento degli ordini regionali è appellabile presso quello nazionale. Sul sito dell’OdG milanese non sono ancora disponibili i documenti e la motivazione della decisione (che vengono normalmente pubblicate qualche tempo dopo). Nell’articolo in questione, che Facci ha ri-pubblicato su Facebook dicendosene ancora orgoglioso, tra l’altro scriveva:

Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare.
Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale.

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L’articolo su Libero

Facci invece ha pubblicato un articolo su Libero in cui riepiloga alcuni stralci le motivazioni del giudice estensore, l’avvocata Claudia Balzarini: «Facci ha respinto con fermezza l’accusa di razzismo. Questa è la premessa che solitamente accompagna tutte le affermazioni di carattere razzista». «Le affermazioni contenute nell’articolo hanno un evidente carattere razzista e xenofobo»; «la parte peggiore è proprio quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in un offesa ad un intero sistema culturale. […] «Facci offende una religione e un intero sistema di valori. Non può non rilevarsi che, per l’islam, il Corano ha un valore diverso di quello (sic) che per le altre religioni rivelate hanno i libri sacri». Si tratta di un «attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persone che costituisce un quarto del genere umano».

La solidarietà di Feltri e Sallusti

La decisione è particolarmente dura: le sanzioni disciplinari per un giornalista sono l’avvertimento (che consiste nel rilievo della mancanza commessa e nel richiamo del giornalista all’osservanza dei suoi doveri), la censura (che si infligge nei casi di abusi o mancanze di grave entità, consiste nel biasimo formale per la trasgressione accertata), la sospensione (che si infligge nel caso l’iscritto abbia compromesso la dignità professionale) e la radiazione (che può essere disposta nel caso in cui l’iscritto con la sua condotta abbia gravemente compromesso la dignità professionale fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell’albo). Per avere un termine di paragone, si segnala che l’Ordine ha inflitto sei mesi di sospensione a Don Livio Fanzaga per le frasi su Monica Cirinnà. Il Consiglio Nazionale ha respinto l’appello di Fanzaga. Alla vicenda Alessandro Sallusti ha dedicato un pezzo in prima pagina sul Giornale.

Il tema posto da Facci sul diritto all’odio (Travaglio, tanto per fare un esempio,lo teorizzò nei confronti di Berlusconi) è questione aperta nonostante sia stata affrontata nei secoli da fior di filosofi e da grandi intellettuali. Che a differenza dei colleghi del tribunale dell’Ordine di Milano non sono mai arrivati a un verdetto unanime (e qualcosa vorrà pur dire). Qui non parliamo di una notizia falsa o di fatti e persone specifiche. Siamo di fronte all’opinione di un intellettuale. Il problema non è condividerla o meno.
È non censurarla, non soffocarla, non punirla, come abbiamo sempre invocato per chiunque, compreso per Erri De Luca quando istigò al sabotaggio della Tav. Tanti islamici, anche se non terroristi, anche se non lo dichiarano, odiano noi e i nostri costumi. Noi stiamo per premiarli dando la cittadinanza automatica ai loro figli. Però puniamo Facci che non fa mistero dello stesso, reciproco, sentimento. Mi spiace per lui e mi spiace per la categoria così ridotta. Ma soprattutto mi spiace per tutti noi.

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Vittorio Feltri, che non è in eccellenti rapporti con Facci, ha fatto la stessa cosa su Libero:

Non si cambia la società, amici redattori, ignorando la semantica e confinando all’indice certi sostantivi e certi aggettivi. Tra l’altro non è compito dei giornalisti migliorare ciò che avviene sulla terra; al massimo siamo attrezzati per descriverlo. Cosa che Facci fa egregiamente, e forse per questo gli tappano la bocca senza neppure provare imbarazzo. La libertà è un bene prezioso per tutti tranne che per i soloni dell’Albo, i quali,non riuscendo a beneficiarne (per convenienza?), pretendono di negarla a noi, sono persuasi sia un lusso inaccessibile per gente disinibita come Filippo.

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Uno status di Filippo Facci con le foto degli articoli dedicati alla vicenda

Anche Francesco Borgonovo su La Verità ha criticato la sentenza. Facci invece ha risposto alle motivazioni dell’avvocata Balzarini in un articolo su Libero:

Ora qualche estratto dalla sentenza, del cui livello possiamo avere un’idea sin dall’incipit: «Facci ha respintoconfermezzal’accusadirazzismo.Questaèlapremessachesolitamente accompagna tutte le affermazioni di carattere razzista». Chiaro: è come dire che dirsi innocenti,in tribunale, sia un primo indizio di colpevolezza: il livello è questo, e per non essere scorretti tralasceremo gli errori materiali di scrittura (sbagliano a scrivere «jihad», ma a ciascuno il mestiere suo). A ogni modo, «Le affermazioni contenute nell’articolo hanno un evidente carattere razzista e xenofobo»: e qui, francamente, c’è da averne abbastanza dell’espressione «razzista» adottata ormai come termine passpartout quando ha invece un significato etimologicamente e storicamente preciso, vedasi vocabolario: è l’idea che la specie umana sia divisibile in razze biologicamente distinte -con diverse capacità intellettive, valoriali o morali – con la convinzione che un raggruppamento razziale possa essere superiore a un altro.
Questo è il razzismo, imparentato con la xenofobia che è, invece, una generica paura dello straniero. Ma se è vero che il mio articolo parla di idee,attenzione, «la parte peggiore è proprio quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in un offesa ad un intero sistema culturale». E se anche fosse? Siamo al reato di vilipendio islamico? «Facci offende una religione e un intero sistema di valori. Non può non rilevarsi che, per l’islam,il Corano ha un valore diverso di quello (sic) che per le altre religioni rivelate hanno i libri sacri». Ergo, se abbiamo letto bene: il Corano non si può offendere, gli altri libri già di più. Mistero: resta che trattasi, l’articolo, di «attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persona (sic) che costituisce un quarto del genere umano». Verrebbe da rispondere che gli idioti forse sono anche di più, tuttavia la Costituzione non ci impedisce di criticarli. Nell’insieme, è semplicemente pazzesco. Mi avessero detto «hai ecceduto nel linguaggio e allora ti sanzioniamo», forse avrei capito. Ma questa è un’altra cosa. E rischia, sissignori, di essere lo specchio di un’epoca.

L’articolo verrà aggiornato con le motivazioni quando saranno disponibili.
EDIT ore 20: Ecco le motivazioni della sentenza, emessa dal Consiglio di disciplina territoriale composto da Paolo Colonnello, Claudia Balzarini e Anna Migotto. La sanzione rimane sospesa fino alla decisione del Consiglio di Disciplina Nazionale oppure fino allo spirare del termine previsto per l’eventuale ricorso di Facci:


Nelle conclusioni si scrive: «Ritiene questo Consiglio di Disciplina che Filippo Facci abbia ampiamente superato la linea di demarcazione di una legittima espressione del proprio pensiero. Non solo, il pensiero espresso consiste in un attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persone che costituisce circa un quarto del genere umano. Il linguaggio utilizzato pare non ammissibile per un giornalista professionista che scrive su un quotidiano di diffusione nazionale». Poco prima si scriveva: «Anche l’utilizzo della parola ‘odio’ ripetuta come una sorta di mantra per tutto l’articolo sembra fare l’occhiolino a movimenti di pensiero xenofobi e primatisti. Facci sembra teorizzare la necessità dell’odio nei confronti dell’altro da sé, la necessaria contrapposizione tra due mondi».

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