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Filippo Facci si vanta dei “ceffoni simbolici” contro le donne

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-01

Il giornalista ha parlato delle sue reazioni ai tradimenti subiti, prima di spostare l’attenzione sulle donne “picchiate” durante i rapporti sessuali “perché a loro piaceva”

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È un uomo che vive all’interno del personaggio che lui stesso ha costruito e alimentato. Il bad boy, il ribelle del giornalismo italiano. Quasi sempre (e potremmo togliere il quasi) contro il politicamente corretto correndo dietro a quel concetto di libertà che non tiene conto delle libertà degli altri che non vogliono essere insultati, etichettati e derisi. Gli atteggiamenti di Filippo Facci sono ben noti al pubblico, anche di chi apprezza le sue posizioni. Ma ora, con la sua intervista a un magazine online, è riuscito a vantarsi anche di “ceffoni simbolici” dati ad alcune donne per rispondere a un tradimento.

Filippo Facci si vanta dei “ceffoni simbolici” contro le donne

Intervistato da MowMag, il giornalista non ha lesinato dettagli sulla sua vita: dall’utilizzo di cocaina fino alle sue esperienze sessuali e relazionali. Poi si è entrati nello specifico di un tema molto delicato: quello dei tradimenti. Alla domanda sulle sue reazioni, Filippo Facci ha parlato di due episodi in cui ha picchiato gli uomini con cui la sua compagna (non sappiamo chi e non interessa) lo aveva tradito. Picchiare lui e a lei cosa ha fatto?

“A lei magari un ceffone simbolico”.

Ma non finisce qui. La successiva domanda, infatti, parte dal presupposto che questa dichiarazione potrebbe far alzare un polverone. Ma Facci tira dritto:

“Mettiamola così: in vita mia è successo più di una volta che io abbia picchiato delle donne, scrivilo pure: ma è perché a loro piaceva. Sessualmente, dico. Poi se un giorno una si svegliasse e dicesse “non mi piaceva” sarei fregato”.

Parole destinarte, inevitabilmente, a provocare moltissime polemiche. Mentre Facci continua a impersonificare quel ruolo da bad boy senza peli sulla lingua che si vanta di gesti di questo tipo, invitando anche lo stesso giornalista a scrivere esattamente quelle testuali parole e pubblicarle.

(foto IPP/Matteo Rossetti)

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