La fiaccolata di Giorgia Meloni a Montecitorio era contro Orban che chiude i ristoranti alle 21.30?

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-27

Ieri sera un piccolo gruppetto di parlamentari di Fratelli d’Italia si è riunito davanti alla sede della Presidenza del Consiglio per manifestare contro il coprifuoco. Peccato che “l’amico” Orban abbia fissato dei paletti molto più rigidi del “rosso” Speranza. Una serie di contraddizioni sovraniste

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A Giorgia Meloni non far sapere che le restrizioni del suo amico Orban sono molto più nere. Lunedì sera, nella piazza antistante a Palazzo Chigi, un piccolo gruppetto di parlamentari di FDI si è riunito per protestare contro il coprifuoco. A guidare la mozione – che oggi sarà presentata nell’ordine del giorno dei lavori parlamentari – è stata proprio la leader di Fratelli d’Italia. Candele in mano, striscione, diretta Facebook e attesa per l’immancabile collegamento con Quarta Repubblica, su Rete 4. La fiaccolata Fratelli d’Italia non ha riscosso un grande successo e, soprattutto, fa emergere il classico doppio volto di chi esalta altri modelli (rigorosamente sovranisti) non conoscendone le dinamiche per criticare e ideologizzare la situazione italiana.

Fiaccolata Fratelli d’Italia davanti Palazzo Chigi contro il coprifuoco

“La nostra è una manifestazione simbolica. Il coprifuoco è una misura irragionevole che devasta la nostra economia e incide sulla libertà dei cittadini. Non è più tollerabile continuare a limitare la libertà delle persone con atti del governo”, ha tuonato Giorgia Meloni in piazza prima di seguire gli altri parlamentari, posando con una candela in mano in favore di telecamera.

Insomma, il coprifuoco è una misura irragionevole, secondo la deputata che ha guidato la fiaccolata Fratelli d’Italia davanti al Palazzo della Presidenza del Consiglio. E da giorni va ripetendo anche il suo no al pass vaccinale per poter viaggiare, ma anche per accedere ad alcuni luoghi pubblici (come accade in altri Paesi). Insomma, misure da regime, come ha sempre sottolineato Giorgia Meloni parlando prima di Giuseppe Conte e ora di Mario Draghi. E l’obiettivo delle critiche è il “rosso” Speranza. Ed è qui che si incappa nell’incoerenza.

E allora l’Ungheria?

Perché il sovranista Orban, grande punto di riferimento della destra italiana, ha addirittura imposto limitazioni ancor più restrittive per contenere il virus. Dopo mesi di chiusure (perché anche lì si è deciso di chiudere per evitare il tracollo sanitario), ora il premier ungherese ha dato i primi impulsi a una parvenza di ripresa. Ma come? Da questa settimana il coprifuoco all 22.00 (sì, c’era anche in Ungheria) è stato posticipato alle 23, ma i locali di ristorazione (bar, pub e ristoranti) dovranno chiudere le proprie serrande e far uscire i clienti alle 21.30. Mezz’ora prima rispetto agli italiani.

E c’è di più: le riaperture – anche lì graduali – di molte attività sono condizionate dal vaccino. Palestre, piscine, teatri, cinema, terme, musei, parchi divertimento, biblioteche, eventi sportivi e alberghi apriranno le porte solamente a chi si è immunizzato. E per farlo dovrà essere in possesso del documento di immunità. Insomma, il pass vaccinale criticato da Giorgia Meloni il mese scorso.

“Non siamo d’accordo sul passaporto vaccinale, siamo contrari a obblighi diretti e indiretti. Siamo contrari anche perché si tratta di dati estremamente delicati. Inoltre, noi abbiamo bisogno che le persone si possano muovere, che il turismo possa ripartire. I giovani saranno gli ultimi ad essere vaccinati e aspettare il passaporto vaccinale non è intelligente”. Un duro attacco all’Europa e a Speranza. Ma forse anche a Orban, a sua insaputa.

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