Fayçal Cheffou rilasciato per mancanza di prove

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-03-28

Il reporter era sospettato di essere l’uomo col cappello di Zaventem, ma non vi erano prove sufficienti per il prolungamento del fermo secondo la procura belga

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Fayçal Cheffou, il reporter che si pensava fosse l’uomo con il cappello all’aeroporto di Zaventem di Bruxelles, è stato rilasciato per mancanza di prove. Lo riferisce il sito belga Derniere Heure che cita la procura. Non vi erano prove sufficienti per il prolungamento del fermo, ha riferito la procura belga che indaga sugli attacchi di Bruxelles. La polizia belga ha diffuso in mattinata un nuovo video per identificare il terzo terrorista che compare nella foto degli attentati di Zaventem. Nel video si vede l’uomo di sempre, che indossa un cappello e una giacca bianca, mentre spinge un carrello con un’enorme valigia attraverso la hall delle partenze, accanto ai terroristi che qualche minuto dopo si faranno saltare in aria, i kamikaze Ibrahim El Bakraoui e Najim Laachraoui, che pero’ nel nuovo video sono ombrati. “E’ un nuovo video che non era stato diffuso prima”, ha detto un portavoce della procura.

Fayçal Cheffou rilasciato per mancanza di prove

“Gli indizi che avevano portato all’arresto del di Fayçal C. non sono stati confortati dall’evoluzione dell’inchiesta in corso”, ha dichiarato la procura in un comunicato. “Di conseguenza – ha continuato – l’interessato è stato rimesso in libertà dal magistrato istruttore”.  Cheffou era stato riconosciuto in un confronto all’americana dal tassista che ha portato il commando di terroristi a Zaventem. Cheffou il 21 luglio 2014 aveva postato su YouTube un servizio in cui denunciava maltrattamenti sui migranti clandestini musulmani detenuti nel centro 127 bis in Belgio. In quel video, realizzato – secondo il titolo di testa – alle 1:46 del 15 luglio 2014 dall’esterno del centro a Steenokkerzeel (villaggio a pochi chilometri a est di Bruxelles, nei pressi di Zaventem) si sentivano le grida degli internati e Faysal spiegava che essi protestavano perché “privati del cibo”. Il giornalista spiegava che nel centro i pasti venivano serviti tre volte al giorno, l’ultima delle quali alle 19 troppo presto per i detenuti musulmani che – essendo nel regime di digiuno imposto dal Ramadan tra l’alba ed il tramonto – potevano mangiare solo dopo le 22, quando i pasti erano già stati ritirati. Nel video Cheffou denunciava una “violazione dei diritti umani”. Gli inquirenti continuano a fornire dettagli sulle identità delle persone fermate nelle ore successive agli attentati: l’uomo fermato ieri alla fermata del tram di Schaerbeek è Abderahmane Ameroud, un franco-algerino, già condannato in Afghanistan per complicità nell’omicidio del comandante Massoud. La notizia e’ riportata da ‘L’Echo’ e ‘Le Tijd’. La Procura non aveva fornito il cognome dell’uomo, specificando pero’ che il suo stato di arresto e’ stato prolungato dal giudice istruttore per altre 24 ore. E mentre l’allerta continua a restare elevata, e’ trapelata in mattinata la notiza che giovedi’ sera un agente della security della centrale nucleare di Charleroi e’ stato ucciso e che il suo badge e’ stato rubato. La direzione della centrale ha reso noto di aver immediatamente disattivato il badge che consentiva l’accesso all’agente di sicurezza ucciso. Secondo il sito di informazione ‘Derniere Heure’ che ha dato la notizia, il direttore del programma di ricerca della centrale era seguito da una cellula terroristica. Successivamente pero’, riporta ‘le Soir’, la Procura di Charleroi ha smentito ufficialmente la pista terroristica per l’omicidio dell’agente: l’uomo, Didier Prospero, e il suo cane sarebbero stati uccisi da colpi di arma da fuoco giovedi’ sera nell’abitazione di Prospero a Froidchapelle ma secondo la Procura non e’ vero che sia stato trafugato il suo badge. Il corpo di Prospero e’ stato ritrovato dai suoi tre figli, al loro ritorno da scuola.

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