La Farnesina convoca l’ambasciatore russo Sergey Razov

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-06

Ettore Francesco Sequi, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo Sergey Razov

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Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su istruzione del Ministro Luigi Di Maio e di comune accordo con Palazzo Chigi, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov. Sequi – secondo quanto riporta AdnKronos – ha respinto con fermezza le accuse di amoralità di alcuni rappresentanti delle istituzioni e dei media italiani, espresse in recenti dichiarazioni dal Ministero degli Esteri russo. Il Segretario Generale della Farnesina ha inoltre rigettato le insinuazioni relative al presunto coinvolgimento di media del nostro Paese in una campagna anti-russa.

La Farnesina convoca l’ambasciatore russo Sergey Razov

L’Ambasciatore Sequi ha rinnovato la condanna per l’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa, e ha ribadito l’auspicio del Governo italiano che si possa giungere presto a una soluzione negoziata del conflitto su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale. Ha infine sottolineato l’importanza di definire rapidamente un’intesa per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini al fine di evitare gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale.

Quando l’ambasciatore querelò La Stampa

Lo scorso 25 marzo Razov aveva presentato querela contro La Stampa per un articolo di Domenico Quirico intitolato “Se uccidere il tiranno è l’unica via d’uscita”.

A novembre 2021 il ministro degli Esteri Sergej Lavrov aveva attaccato il direttore di Repubblica Maurizio Molinari per un editoriale nel quale mostrava preoccupazione – poi rivelatasi fondata – per una possibile invasione dell’Ucraina alla luce di alcune operazioni militari che all’epoca il Cremlino stava guidando nei pressi del confine. Lavrov parlò di una “vergognosa missione”, uno “sproloquio”, “calunnie nauseanti”, “bugie sfacciate”, “un’illusione” costruita per “entrare nelle grazie di politici russofobi”.

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