“Imparate Bella Ciao”: le polemiche sul compito per le vacanze di Pasqua in una scuola a Faenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-15

In una scuola media di Faenza era stato chiesto agli studenti dall’insegnante di musica di imparare “Bella Ciao”, ma l’iniziativa non è piaciuta a un membro del consiglio comunale

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Compito a casa per le vacanze di Pasqua: imparare “Bella Ciao” e registrarsi mentre la si esegue. Ma l’iniziativa di un insegnante di musica di una scuola media di Faenza (Ravenna) – come riporta il Corriere di Romagna – non è piaciuta ad alcuni membri del consiglio comunale. “Troppo spesso nelle scuole vi è interferenza politica – ha scritto sui social Gabriele Padovani del gruppo misto – e tendenzialmente in una sola direzione. Non sarebbe forse più opportuno rispettare i programmi senza faziosità? Per questo affronteremo il tema anche in Consiglio comunale e ci rivolgeremo all’assessore competente per interrogarla sull’accaduto”. “Non abbiamo nulla da eccepire sul brano – chiarisce il consigliere nel post, che aveva ricevuto la segnalazione da un genitore – che riconosciamo essere uno dei testi più conosciuti, tradotti e cantati a livello mondiale, e che nasce per diffondere i valori universali di libertà e opposizione contro guerre e dittature. Ma è noto a tutti quanto quel testo, nel tempo, abbia assunto chiari connotati politici e per questo riteniamo che assegnarlo come ‘compito’ a ragazzi in età scolastica compresa tra gli 11 e i 13 anni sia una scelta infelice ed inappropriata”.

“Imparate Bella Ciao”: le polemiche sul compito per le vacanze di Pasqua in una scuola a Faenza

La Lega si è immediatamente accodata alla polemica. Andrea Liverani, consigliere regionale del Carroccio in Emilia Romagna, ha commentato: “La politica deve rimanere fuori dalla scuola italiana, in classe i ragazzi vanno educati: devono imparare la lingua italiana, la matematica, le scienze, la geografia, le lingue straniere. Vanno a scuola per imparare e farsi una cultura senza condizionamenti esterni, tanto più se questi sono di matrice politica. L’ideologia e la propaganda devono stare fuori dalle aule, soprattutto quando in queste siedono dei ragazzini. Compito e missione della professione di insegnante – sostiene – è quella di formare e fornire nozioni essenziali per la vita quotidiana, non fare politica. Altrimenti significa essere inadeguati al ruolo”. Per Carlo Boldrini, figlio del partigiano Arrigo, il comandante ‘Bulow’, “Bella ciao non è un canto di parte, è un canto unitario degli antifascisti. Chi afferma il contrario non conosce la storia, ma non me ne stupisco: è ormai da 30 anni che ci troviamo in un clima di revisionismo storico”.

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