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I cinque arresti nell'ENI per l'indagine sul Centro Olio Val d'Agri
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-03-31
Un’inchiesta sul traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti in Basilicata. Un altro sequestro ha riguardato gli impianti di Tecnoparco, a Pisticci (Matera), sempre nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza su traffico e smaltimento illecito di rifiuti
I carabinieri hanno annunciato oggi di aver arrestato cinque tra funzionari e dipendenti di Eni nell’ambito di un’inchiesta sul traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti in Basilicata. L’operazione dei carabinieri del Comando Tutela Ambiente, dice una nota, ha riguardato le province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. I cinque, dipendenti del Centro Olio Val d’Agri di Eni, sono agli arresti domiciliari. Un dirigente regionale è stato raggiunto da un’ordinanza di divieto di dimora, dicono i carabinieri.
I cinque arresti nell’ENI per l’inchiesta sui rifiuti in Basilicata
In più, due decreti di sequestro sono stati eseguiti dai Carabinieri stamani nel centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni, con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d’Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Interpellata, Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione: quando il quadro sarà completo verranno forniti commenti. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura. Un altro sequestro ha riguardato gli impianti di Tecnoparco, a Pisticci (Matera), sempre nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza su traffico e smaltimento illecito di rifiuti che ha portato agli arresti domiciliari cinque funzionari e dipendenti dell’Eni e al divieto di dimora per un dirigente della Regione Basilicata. Eni, si legge sul sito del gruppo, “è presente in Basilicata in Val d’Agri e nelle aree di Pisticci e Ferrandina con attività di upstream petrolifero (ricerca e produzione di idrocarburi)“. In particolare, “la produzione complessiva di idrocarburi in Basilicata deriva prevalentemente dal Centro Olio Val d’Agri (COVA) e, in misura minore, dal Centro Olio di Pisticci e dalle 2 centrali a gas (Ferrandina e Pisticci). L’aumento produttivo registrato negli ultimi anni è da attribuirsi alle attività in Val d’Agri, in quanto il Centro Olio di Pisticci, già in funzione da quasi cinquant’anni, riflette la riduzione della produzione del campo“. I numeri nella regione parlano di una produzione di 82.630 barili di petrolio al giorno e 3,98 milioni di standard metri cubi di gas al giorno.
L’indagine sul Centro Olio Val d’Agri
L’indagine sul Centro Olio Val d’Agri risaliva allo scorso maggio: si parlava all’epoca di 37 indagati tra cui l’attuale responsabile del Distretto meridionale dell’Eni, Enrico Trovato, il suo predecessore, Ruggero Gheller e due ex direttori generali dell’Arpa Basilicata, Aldo Schiassi e Raffaele Vita. Erano inoltre coinvolti altri dirigenti dei due enti ma anche della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e alcuni rappresentanti di Tecnoparco. In un altro filone dell’inchiesta era indagato Gaetano Santarsia, anche lui dirigente dell’Arpa. La struttura del Centro Olio Val d’Agri raccoglie l’olio greggio estratto da molti pozzi della zona. Durante le indagini, iniziate alcuni mesi fa, sono state fatte diverse ispezioni per verificare lo smaltimento di rifiuti prodotti nella struttura, le emissioni in atmosfera, i livelli di diossina e la presenza di inquinanti nel terreno.