“Ho conservato il tessuto ovarico”, le parole di Emma Marrone e il vulnus della legge italiana

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-17

La cantante ha spiegato la sua scelta e ha puntato il dito sulla normativa italiana che non permette alle donne di essere libere

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Le donne italiane non sono libere di gestire il proprio corpo. Il tema è stato sollevato, diverse settimane fa, quando si è tornati a parlare di legge 194, quella che garantisce a ogni donna sul territorio italiano di interrompere la propria gravidanza. Ma ci sono anche molti altri temi che portano a corroborare questa stessa tesi sulla mancata libertà di scelta delle donne nel nostro Paese e uno di questi è stato sollevato da Emma Marrone.

Emma Marrone spiega perché ha deciso di conservare il suo tessuto ovarico

La cantante, intervistata da Vanity Fair, ha raccontato una decisione personale presa alcuni mesi fa e che mette in evidenza tutte le lacune dei diritti (mancanti) nei confronti delle donne.

“Ho conservato il tessuto ovarico. Mi infervoro su questi argomenti perché conosco tante donne che si sono dovute trasferire all’estero per concepire un figlio da sole. Perché qui bisogna essere costrette a fare un figlio solo con un uomo? Questa è violenza. Non siamo libere di gestire il nostro corpo”.

Un argomento molto caro a Emma Marrone che non si è limitata esclusivamente a parlare della sua decisione in merito al proprio tessuto ovarico, ma ha palesato tutte le incongruenze in temi di diritti delle donne nel nostro Paese:

“Viviamo in un Paese in cui una donna per avere un figlio da sola deve andare all’estero perché la fecondazione assistita non è prevista […] In Italia non puoi andare dal tuo ginecologo a chiedere un seme di donatore perché vuoi un figlio. Nemmeno quando hai quarant’anni e sai benissimo che l’amore della tua vita non lo troverai presto. Quante donne perdono la fertilità a 40 anni per la leucemia e non c’è un medico che spiega loro la conservazione degli ovuli? E cosa ti rispondono? Se Dio non lo vuole, allora non va bene. Ma perché io devo andarmene in Spagna a fare questa cosa e non posso farla nel mio Paese? Queste sono violenze”.

 

(Foto IPP/Pizzi Paolo)

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