La transizione da ragazza a ragazzo di Emanuele Crialese: il film L’Immensità ispirato alla sua storia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-31

Emanuele Crialese presenta L’immensità a Venezia 79. Il suo non è un film autobiografico ma si basa sulla propria esperienza personale

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L’immensità è il film di Emanuele Crialese che sarà presentato alla settantanovesima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia il prossimo 4 Settembre. Il film rispecchia una parte della biografia del regista che probabilmente non era nota al pubblico. Emanuele Crialese è infatti un uomo trans e il film che presenterà a Venezia tratta anche di temi quali l’identità di genere e la transizione.

Il film di Crialese e la chiave autobiografica

L’immensità è ambientato a Roma negli anni ’70. Clara e Felice sono i protagonisti, si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento ma il loro matrimonio non è felice. I loro tre figli riescono a tenere insieme la coppia, e su di loro Clara, interpretata da Penelope Cruz, proietta i propri desideri, soprattutto quello di essere libera. Adriana, una dei figli della coppia, è il personaggio che offre lo spunto a Crialese per inserire una chiave di lettura  autobiografica nella narrazione. «Io non sono Adriana» dice nel trailer. E sua madre, Penelope Cruz nei panni di Clara, risponde: «Non sei nemmeno Andrea».

Dal comunicato stampa si legge: «Adriana, la figlia più grande, ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura». In un’intervista rilasciata a Nick Vivarelli per Variety si parla della transizione di genere che Emanuele Crialese ha compiuto in giovane età. Scrive infatti il media americano: «Sebbene non sia strettamente autobiografico, si basa sulla transizione dell’esperienza personale del regista». Come racconta Crialese a Variety, il personaggio di Adriana è una rappresentazione di se stesso. Infine, a proposito dell’identità di genere di Andrea, Crialese spiega: «La percezione che ha di se stessa è di essere una ragazza che nasce biologicamente come una bambina che si sente un maschio. È come se ci fosse questa percezione errata intorno a lei [nel modo in cui viene percepita dagli altri] e il mistero è: qual è questa percezione errata che sente? È un problema mentale? È qualcosa che passerà? Una cosa fugace? Il fatto è che, più degli altri due bambini, incarna l’angoscia. Una forte angoscia».

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