Congedo parentale: cos’è e come funziona

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2024-03-05

Con congedo parentale si fa riferimento a una misura a sostegno della genitorialità che consiste essenzialmente in un periodo di astensione dal lavoro di cui possono usufruire sia il padre che la madre che potranno prendersi cura dei propri figli nel corso dei loro primi anni di vita soddisfacendo le loro necessità affettive e relazionali.

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Con congedo parentale si fa riferimento a una misura a sostegno della genitorialità che consiste essenzialmente in un periodo di astensione dal lavoro di cui possono usufruire sia il padre che la madre che potranno prendersi cura dei propri figli nel corso dei loro primi anni di vita soddisfacendo le loro necessità affettive e relazionali. Il congedo parentale va incontro alle molte richieste per la parità di genere in qualsiasi ambito.

Non si tratta di una misura nuova; è stata infatti introdotta nel nostro ordinamento giuridico con la Legge 53 dell’8 marzo 2000.

Nel corso del tempo essa è stata oggetto di modifiche e integrazioni volte al suo miglioramento. Si ricordano principalmente quelle introdotte dal Testo Unico sulla tutela della genitorialità 151/2001, quelle previste dalla Riforma del Lavoro Fornero nonché quelle introdotte dal Decreto Legislativo 105/2022 e dalla Legge di Bilancio 2023.

Di seguito analizziamo il congedo parentale come funziona e quali sono i requisiti per richiederlo.

Congedo parentale: come funziona?

Obiettivo precipuo del congedo parentale è quello di consentire ai lavoratori dipendenti e autonomi di conciliare adeguatamente le esigenze lavorative con quelle familiari; si ha quindi una tutela economica e si può dedicare più tempo ai propri figli in un periodo fondamentale della loro vita.

Si deve precisare innanzitutto che il congedo parentale è una misura facoltativa e non obbligatoria come quelle del congedo di maternità e quello di paternità. I genitori, sia il padre che la madre, hanno quindi la possibilità di richiederlo per i figli fino ai 12 anni di età, ma non sono obbligati a fruirne.

Ne hanno diritto tutti i genitori lavoratori e lavoratrici, sia dipendenti che autonomi residenti in Italia (dipendenti, anche apprendisti/e, operai/e del settore agricolo con contratto a tempo determinato, lavoratori e lavoratrici stagionali a termine, lavoratori e lavoratrici del settore spettacolo a tempo indeterminato, lavoratori e lavoratrici iscritti alla gestione separata INPS ecc.).

Per quanto riguarda la durata, per entrambi i genitori dipendenti il congedo parentale ha una durata complessiva di 10 mesi da spartire tra entrambe le parti. È possibile arrivare a un totale di 11 mesi, ma soltanto se il padre lavoratore decide di astenersi dal lavoro per almeno tre mesi anche non consecutivi.

La madre dipendente ha diritto fino a 6 mesi di congedo, che dovranno essere scalati dal periodo complessivo; lo stesso vale per il padre; questo limite può arrivare a sette mesi se il padre decide di astenersi dal lavoro per almeno 3 mesi.

I genitori dipendenti soli hanno diritto a un congedo parentale fino a 11 mesi, mentre per il genitore lavoratore autonomo il limite del congedo è 3 mesi.

L’indennità di congedo parentale è incompatibile con l’attività lavorativa, pertanto vi è l’obbligo di astenersi dal lavoro.

La misura prevede una retribuzione per chi ne usufruisce; nella fattispecie il 30% del proprio reddito o stipendio; fa eccezione il primo mese in cui la percentuale è dell’80%.

L’indennità relativa al congedo parentale è incompatibile con il lavoro, ne consegue che il genitore deve obbligatoriamente astenersi dall’attività lavorativa. L’indennità è a carico dello Stato che la paga tramite l’INPS, tuttavia di norma è il datore di lavoro che anticipa la somma che gli verrà successivamente restituita dall’ente previdenziale.

Il congedo parentale in Procter & Gamble

Procter & Gamble sostiene la parità di genere e offre pari opportunità a tutti genitori, biologici e no. L’azienda infatti offre ai padri un congedo parentale di 8 settimane retribuito al 100%.. L’obiettivo è quello di permettere ai neo-padri di condividere con le madri le responsabilità dei primi mesi di vita dei figli ridisegnando un più giusto equilibrio all’interno dei nuclei familiari e nella società. La misura prevede un congedo di 8 settimane consecutive che può essere richiesto nei primi 18 mesi di vita o di adozione del bambino, contemporaneamente al congedo parentale previsto per legge e dopo i giorni di congedo obbligatorio.

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