Il giorno in cui Macron si accorse di essere un’anatra zoppa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-20

Le elezioni legislative francesi hanno messo in evidenza il principio dell’ingovernabilità. Il partito del Presidente perde seggi, fagocitato dalla Sinistra di Melenchon. E anche l’estrema destra di Le Pen si è resa protagonista di un exploit

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Vince senza vincere. Il risultato delle elezioni legislative in Francia ha rispettato i pronostici della vigilia, quelli già scritti dopo il primo turno delle Presidenziali (e il ballottaggio conseguente). Perché il partito del Presidente Emmanuel Macron ha ottenuto la maggioranza dei seggi nell’Assemblea Nazionale, ma con numeri non sufficienti per governare in solitaria. Il secondo partito è quello della Sinistra più intransigente (e molto critica nei confronti dell’operato del numero uno dell’Eliseo), la Nupes di Jean-Luc Mélenchon. A completare questo quadro, c’è anche l’estrema destra di Marine Le Pen che è riuscita a passare dagli 8 seggi della tornata precedente, ai circa 90 conquistati oggi.

Elezioni Francia, le legislative tolgono potere a Macron

Saranno, dunque, anni difficilissimi per il governo francese. Soprattutto perché il voto ha mostrato un indirizzo che non può essere sottovalutato dal partito di maggioranza. In attesa dei dati definitivi, infatti, “Ensemble!” è rimasto ben lontano dalla maggioranza assoluta (secondo gli ultimi dati, al massimo otterrà 235 seggi, mentre il minimo per un governo in autonomia era fissato a quota 289). Merito o colpa, dipende dai punti di vista, di Jean-Luc Mélenchon: la sua coalizione di sinistra, la Nupes, è accreditata di un massimo di 190 seggi e questo imporrà il primo partito – quello che sostiene Macron – a dover scendere ad accordi per poter governare.

Negli Stati Uniti, questa situazione si chiama “Anatra zoppa” e si palesa – spesso dopo le elezioni di mid-term – quando il Presidente non ha la maggioranza assoluta nel Congresso. E anche in Francia, quest’anno, la situazione è analoga: Macron ha sì una maggioranza, ma con numeri che non la rendono assoluta. Anche perché, oltre a Mélenchon, anche il partito di Marine Le Pen – Rassemblement National – ha ottenuto un consenso enorme e senza precedenti. Rispetto al 2017, quando l’estrema destra francese ne conquistò solamente 8, oggi la grande sconfitta dell’ultima corsa all’Eliseo può festeggiare i circa 90 seggi ottenuti dopo le elezioni Francia.

Cosa accade ora

Numeri che – uniti alla sessantina di seggi conquistati (in numero inferiore rispetto al 2017) dalla destra tradizionale francese dei Républicains – rischiano di creare una situazione di grande stallo nel Paese. Anzi, di fatto l’hanno già creata. Perché per la prima volta, da anni, l’anatra zoppa si palesa in Francia e rischia di portare a una condizione di ingovernabilità. Il tutto mentre gli effetti della guerra in Ucraina si stanno facendo sentire anche all’interno dei confini dei vicini transalpini. Servirà, dunque, un’alleanza. Ma con chi? Il nome più accreditato è, ovviamente, Mélenchon ma lui – nel recente passato – ha auspicato un’uscita di Parigi dal Patto Atlantico, mentre Macron è un pro-Nato convinto. Impossibile, inoltre, pensare a un accordo di governo con l’estrema destra di Marine Le Pen.

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