Edith, che vive a Bari da trent’anni, dovrebbe «tornarsene al paese suo»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-26

Una 47enne originaria della Costa d’Avorio ha denunciato a Telebari un’aggressione da un gruppo di donne: “Se Salvini sventola la bandiera del razzismo ad alta voce, chi prima era razzista ma aveva paura a farlo vedere, adesso non ha più timore e aggredisce, pensando di non essere mai punito”

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Una 47enne originaria della Costa d’Avorio e residente a Bari da circa 30 anni, ha denunciato di avere subito insulti razziali e di essere stata presa a “calci e pugni” e “derubata” da un gruppo di “cinque o sei donne” e “due uomini” che le intimavano di “tornare al suo Paese”.

Edith, che vive a Bari da trent’anni, dovrebbe tornarsene al suo paese

L’aggressione, racconta Edith, è avvenuta solo per aver chiesto a un gruppo di donne, dietro alle quali stava camminando, di poter passare. La donna racconta a Telebari, che ha riportato la notizia, di avere subito discriminazioni anche da una donna del personale del 118 che è poi arrivato sul posto: secondo Edith la donna avrebbe messo in dubbio la sua versione dei fatti e in ospedale avrebbe detto ai medici che Edith “voleva solo approfittarsi della situazione per poter avere un permesso dal lavoro“.

All’agenzia di stampa ANSA Edith ha raccontato di essere convinta che “il clima politico abbia influito molto”, ritenendo di essere stata “aggredita in quel modo per il colore della pelle”. “In trent’anni, da quando sono a Bari – sottolinea la donna – non mi era mai capitata una cosa del genere e non avevo mai sentito di aggressioni così. Ora ho paura per i mie figli, per come va il mondo”. “Se Salvini sventola la bandiera del razzismo ad alta voce, chi prima era razzista ma aveva paura a farlo vedere, adesso non ha più timore e aggredisce, pensando di non essere mai punito”.

L’aggressione per aver chiesto permesso

Edith, che ha raccontato di essere stata aggredita in strada dalle persone cui aveva chiesto permesso per poter passare, ritiene che “per loro non avevo il diritto di chiedere permesso: una immigrata – rileva – non doveva passare sulla loro stessa strada”. “Mi hanno urlato ‘brutta nera, hai sbagliato proprio posto’ – ricorda – insultandomi senza conoscermi, senza darmi la possibilità di dire niente”.

“Mi dicevano di tornare nel mio Paese – prosegue Edith – ma è l’Italia il mio Paese. Non ricordo neanche più come è la mia terra. Ho passato più anni della mia vita qui a Bari che in Costa d’Avorio”. Edith crede che sia “cambiata la faccia del razzismo: prima – afferma – un ragazzino magari ti insultava perché non ci pensava, per immaturità. Ma una donna adulta dovrebbe riflettere su quello che dice e che fa, altrimenti che esempio dà ai giovani”. “Si può essere contro gli immigrati, è un punto di vista – conclude – ma questo non può giustificare la violenza”.

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