Due professori a Torino arrivano in aula senza green pass, il preside li caccia e loro lo denunciano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-01

Solo uno dei due docenti ha denunciato il dirigente scolastico per l’assenza del green pass. Se entro cinque giorni non avranno il documento il rapporto di lavoro è sospeso

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E’ cominciato il braccio di ferro tra professori ed istituzioni sull’utilizzo del green pass. E neanche a dirlo, il tutto nel caos generale. Chi non ha il certificato verde è fuori, tra i primi in Italia il caso di Torino. Nel capoluogo piemontese due docenti di una scuola superiore sono stati respinti dal dirigente scolastico: effettivamente i professori non avevano il certificato ma al contempo si erano attrezzati di un certificato scritto da un medico, non quello curante, che non è stato ritenuto valido per l’accesso nella scuola.

“È stato rilasciato da un medico autorizzato a fare la campagna vaccinale – affermano i due docenti – come prescrive la normativa, ma per il preside non è valido perché non lo ha firmato il nostro medico curante. Ci stiamo rivolgendo a un avvocato e ai carabinieri”. 

Due professori a Torino arrivano in aula senza green pass, il preside li caccia e loro lo denunciano. Storia di un caos annunciato

Uno dei due docenti ha deciso di denunciare il preside, l’altro no. Il docente che ha adito le vie legali ha specificato di non essere no-vax o nemico della scienza, solo di non fidarsi di questo vaccino per via di alcune patologie pregresse. Effettivamente “Esclusi dall’obbligo del possesso del green pass saranno solo le persone esenti dalla campagna vaccinale in base a idonea certificazione rilasciata dalle autorità sanitarie in formato anche cartaceo che, nelle more dell’adozione delle disposizioni attuative da parte del ministero della Salute, ha validità massima fino al 30 settembre; fino a tale data, sono pure validi i certificati di esclusione vaccinale già emessi dai Servizi sanitari regionali.

Questo ha il sapore di antipasto rispetto ai tanti fatti di cronaca a cui andremo in contro nei prossimi mesi. L’applicazione della misura ha delle “scappatoie”, inevitabili. Ora vedremo quanto gli italiani le cavalcheranno.

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