Drusilla Foer e l’autoprigionia di chi odia: “Sfortunato chi non capisce l’unicità degli altri”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-24

Drusilla Foer si racconta in un’intervista a Vanity Fair e torna sul monologo fatto a Sanremo sull’unicità: “Sfortunato chi non la capisce”

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“Che cosa faticosa l’odio, non trova? Mi domando che rispetto di se stessi abbiamo coloro che non sono in grado di rispettare l’unicità degli altri. Chi non capisce, chi non rispetta, chi non ascolta l’unicità degli altri è una persona sfortunata perché non si concede la libertà di farsi ispirare dal pensiero degli altri. È una prigionia che non auguro a nessuno”: in un’intervista a Vanity Fair, Drusilla Foer torna sul suo monologo di Sanremo sull’unicità e si apre a un’intervista che coinvolga anche l’ideatore del personaggio, Gianluca Gori. Tra loro “non ci sono limiti”. “Drusilla non prende lo spazio di nessuno – spiega – è tutto naturale. Com’è naturale che nell’Amleto di Shakespeare a un certo punto Polonio muoia. Qui dentro ognuno è al suo posto. E i pensieri vengono da un unico assemblamento di valori”.

Drusilla Foer contro chi odia: “Sfortunato chi non capisce l’unicità degli altri”

Da tempo conduce su Rai 2 “L’almanacco del giorno dopo”, programma in pre-serata che sta riscuotendo un certo successo: “Ci vuole lealtà. E chiedersi: che ci sto a fare qui? E questo significa mettersi in gioco nel momento in cui si vive. La contemporaneità è una storia di lealtà intellettuale ed emotiva”. Sull’assoggettamento della donna nella società moderna, tema che prova a scardinare con la sua presenza e ironia: “È da sempre così: la storia delle società ha un problema di rapporto con l’individuo. Perché dalla preistoria gli stereotipi ci tranquillizzano. La società ce l’avrà sempre con le donne perché rivedere lealmente la figura femminile presuppone di scalzare altre visioni dell’uomo che sono quelle che ci hanno tranquillizzato da secoli”. “La scaltrezza e la furbizia – aggiunge – mi fanno schifo. Essere furbi è una trovata di chi ha l’abitudine di alimentare la propria intelligenza con le scorciatoie”.

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