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Il dress code del camerata secondo il neofascista e leader di Forza Nuova Giuliano Castellino

Giorgio Saracino 25/04/2021

Jeans e cappellino. Per gli uomini: “No alle pochette per gli assorbenti”. Le donne? “No milf style”. Il look per dei neofascisti per “uniformarci all’interno e distinguerci all’esterno”.

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Ora Giuliano Castellino detta la moda: indossare scarpe da ginnastica e cappellino è “questione di stile, di estetica”. Secondo il leader romano di Forza Nuova il camerata del 2021 deve avere un look ben preciso, così da “uniformarsi per distinguersi”. Pluripregiudicato, esponente di spicco dei movimenti di destra della Capitale, tra i leader di Forza Nuova a Roma, 44 anni e da sempre fieramente fascista (tanto per intnderci, oggi, in occasione della festa della Liberazione ha scritto:“L’infame data del 25 aprile, niente da festeggiare. Blitz al Colosseo per una Nuova Repubblica Sociale”). Ora – e da poche settimane – fondatore del movimento Area insieme ai “compagni” camerati Vincenzo Nardulli di Avanguardia nazionale e Roberto Fiore. Area: un movimento annunciato durante l’occupazione del 18 marzo (brevissima, durata poche ore) della sede romana storica di via Livorno 1 del Movimento sociale italiano, ora della Fondazione AN, affittata da Fratelli d’Italia.

forza nuova castellino

Foto di Giorgio Saracino, manifestazione di Forza Nuova nel quartiere San Lorenzo di Roma, maggio 2019

Son rimasti lì giusto il tempo di farneticare qualche frase su questo movimento, prima di esser cacciati (fortunatamente) dalle forze dell’ordine. Tra gli sproloqui c’è una sorta di manifesto di Area, il movimento che dovrebbe essere una specie di cocktail per unire tutte le formazioni di estrema destra. Si legge in una nota pubblicata nel giorno dell’occupazione:

Oggi, abbiamo preso possesso della storica sezione di Via Livorno 1, a piazza Bologna, nel cuore di Roma, è il primo passo di una nuova marcia che vede uomini e donne di nuovo uniti e decisi a riconquistare spazi. È da via Livorno 1 che lanciamo un appello di unità e aggregazione a tutti i movimenti, i gruppi, le associazioni culturali, le comunità militanti ed i semplici camerati che non hanno voglia di fermarsi a questa prima conquista, che attraverso l’azione vogliono precedere il pensiero. Nasce così AREA, movimento di movimenti, aggregazione e federazione di tutte le forze nazional rivoluzionarie che, nel solco della nostra tradizione politica e militante, vuole lanciare una nuova sfida al sistema.

Il “dress code” del camerata secondo Giuliano Castellino

Lanciarla sì, ma per continuarla hanno dovuto cambiare posto, perché son stati sfrattati in un men che non si dica. Bene. Ma dopo essere stati messi alla porta, Giuliano Castellino ha voluto dare indicazioni maggiori a tutti i camerati. Che, a detta sua, devono riconoscersi così da distinguersi dalla massa. Quindi, poche ma chiare indicazioni sull’abbigliamento da tenere. Molto precise, tanto da aggiungere alle righe pubblicate sull’Italia Mensile (rivista dello stesso Castellino che ha sede legale nell’altro spazio occupato della fondazione An, via Paisiello 40) anche uno specchietto con due disegni: come sono gli altri e – direbbe lui – come dobbiamo essere noi. E allora guardiamolo e prendiamo qualche appunto, qualche lezione di stile. Prima però leggiamo parte di quelle poche righe: “Si fa accenno alla forma esteriore, ad un codice estetico per uniformarci all’interno e distinguerci all’esterno”. E poi:

In fondo nulla di nuovo, si tratta di far rispettare a tutti i militanti, quei canoni estetici, quel “dress code” che è nostro da sempre, che ricalca lo stile dei bravi ragazzi che vivono la strada, dagli spalti all’attività politica di piazza, con quella sobrietà sportiva dello stile casual, con i suoi materiali, i suoi brand iconici che vestono tutti i nazional-rivoluzionari d’Europa.

look camerata castellino

Italiamensile.it

Ebbene sì, “quei bravi ragazzi che vivono la strada”. Ma, sorvolando, andiamo al dress code (che ricorda un po’ anche quello famoso dei volantini degli Irriducibili, gli ultrà estremisti della Lazio). C’è il disegno che raffigura il “militante Area” e quella che invece ingloba “Tutto il resto”. Guardiamoli insieme, dalla testa ai piedi: il camerata, se vuole avere stile, deve indossare scarpe basse, sportive ma non troppo. Mentre l’uomo comune – secondo Castellino – va in giro con le caviglie depilate “Scarpe imbarazzanti a suola alta” con tanto di “risvoltini da tamarro”. Va bene. Ma poi attenzione: perché il camerata deve indossare “jeans o combat” per distinguersi dall’uomo comune che: a) veste un jeans aderente col cavallo basso; b) come detto, ha i risvoltini; c) ha una “pochette per i trucchi e gli assorbenti”. Avete lette bene: per Giuliano Castellino l’uomo con la pochette – in sostanza – veste da donna. E lo scrive cercando di essere ironico e sarcastico, come a dire: quelli così son delle “femminucce”. Ma comunque, continuiamo il nostro tour “estetico” del militante di estrema destra: per il pregiudicato neofascista tutti si vestono con il “parka con le code del frac”; il militante Area invece deve avere una camicia o una polo con l’ultimo bottone chiuso sul collo, e un giubbotto “tecnico o militare” di varie marche (tutte molto costose). Non deve indossare gli occhiali da sole, come – secondo lui – fa l’uomo comune “per fuggire lo sguardo”. Ah e non deve avere “il doppio taglio phonato”, ma solo un “cappellino o uno zuccotto”. Anche qui di marca.

giuliano castellino

E chissà cosa penseranno queste grandi multinazionali della moda a essere accostati ai camerati. Quello che è certo è che, secondo Giuliano Castellino, l’estetica, la forma e lo stile son questo. E, chi vuole entrare nella piccola (per fortuna!) famiglia del Movimento “Area”, deve mettere mano al portafogli. Perché oltre a essere un’estetica nell’insieme discutibile, è anche (e basta fare una ricerchina su google) alquanto costosa. Ah, e non è finita qui. Perché questo era il look per il militante uomo. E la donna? La donna deve avere sobrietà, “no milf style”, a dispetto di quelle comuni che invece hanno “unghie e ciglia finte, con trucco volgare”.

Per lui è “questione di estetica”. Cosa penseranno invece a Palazzo Madama? Se vi starete chiedendo “perché, cosa cosa c’entra Palazzo Madama?”, ecco la risposta: poche ore dopo quel (misero) tentativo di occupazione dell’ex sede Msi, Giuliano Castellino e Roberto Fiore sono stati ricevuti dal vicepresidente del Sentato Ignazio La Russa (lui che è un vero ex Msi, che non esulta per la festa della Liberazione), proprio per parlare di questo tentativo di prendere via Livorno. E chissà se Castellino si sia presentato vestito così come vorrebbe insegnare ai camerati, e abbia tentato di spiegare alle forze dell’ordine all’ingresso del Palazzo che per lui quell’abbigliamento fosse il migliore. Lì dove è obbligatorio presentarsi non solo con la giacca, ma anche con la cravatta. Poveri noi.

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