La linea dura di Draghi sui vaccini e il primo sì al passaporto vaccinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-26

Prima dose per tutti i cittadini europei, linea dura contro i colossi farmaceutici e creazione di un passaporto vaccinale: come Draghi ha ha chiesto un deciso cambio di approccio all’Europa per la somministrazione dei vaccini COVID

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Mario Draghi durante il vertice con i leader dell’Unione Europea che si è tenuto ieri è stato tra i fautori della linea dura con i gruppi farmaceutici produttori di vaccini COVID. Le aziende farmaceutiche vanno spinte a rispettare i propri impegni contrattuali. Ma durante il vertice sono stati elencati altri punti della strategia contro il Coronavirus: aumentare la produzione di dosi di vaccino contro il Covid, possibilmente ampliando i siti in Europa , mantenere le restrizioni per arginare le varianti e soprattutto c’è stato un primo sì alla creazione di un passaporto vaccinale per favorire gli spostamenti

La linea dura di Draghi sui vaccini e il primo sì al passaporto vaccinale

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel durante la conferenza stampa finale ha spiegato: ” La situazione attuale è difficile, la pressione è molto forte in tutti gli Stati membri e le aspettative tra i cittadini sono molto elevate perché vogliono ritrovare la possibilità di vivere in una società aperta”, mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen,  si dice fiduciosa nella riuscita dell’obiettivo di “vaccinare il 70% della popolazione adulta dell’Ue entro l’estate”. Spiega il Corriere che però Draghi ha chiesto in concreto un deciso cambio di approccio rispetto agli errori e ai ritardi di questi mesi:

Quando la presidente della Commissione mostra ai partner europei le diapositive sulle consegne dei vaccini nel secondo e terzo trimestre dell’anno il presidente del Consiglio chiede la parola e dice apertamente che «non sono rassicuranti, perché non danno certezze». Insomma con molta schiettezza il premier ha chiesto un vero e proprio cambio di approccio da parte dell’Ue nei confronti delle imprese farmaceutiche che non hanno rispettato gli impegni nella fornitura di dosi

certificato vaccinale

Quali sono le proposte del presidente del Consiglio per attuare un cambio di passo? Draghi spinge per la linea dura contro i colossi farmaceutici: “Le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate”, ipotizzando per chi non è adempiente agli accordi contrattuali anche un blocco dell’export. In buona sostanza le aziende non potrebbero esportare i loro prodotti al di fuori dell’Europa non solo nel periodo in cui le clausole contrattuali non sono rispettate ma anche per qualche tempo dopo. Ma non solo. Draghi, come spiega Repubblica, ritiene oppurtuno adottare il “metodo inglese” per fornire a tutti i cittadini europei una dose di vaccino:

Ma il punto su cui si spinge forse più avanti è quello della prima dose per tutti, senza attendere la seconda. Non è quello che per il momento prescrivono i protocolli internazionali, però nel Regno Unito sembra funzionare. La situazione richiede anche qualche mossa coraggiosa, così ritiene, soprattutto se supportata — come ricorda ai presenti — dai recenti studi scientifici. Ma non basta. Siccome l’invito è a procedere «molto, molto più veloci nella campagna di vaccinazione», l’ex presidente della Bce sembra sollecitare la possibilità di valutare insieme se è possibile reperire vaccini anche fuori dal Continente.

vaccini covid
foto IPP/Paolo Lazzeroni
Siena 16/02/2021
campagna vaccinazione covid 19 coronavirus
nella foto un uomo riceve la dose di vaccino

L’altra questione trattata durante il vertice è quella del certificato vaccinale, una misura richiesta soprattutto dai paesi del Sud Europa che puntano sul turismo. C’è stato un primo sì, anche se ci vorranno almeno tre mesi per trasformarlo in un passaporto che permetta di viaggiare liberamente. Sempre che tutti siano d’accordo, anche i governi dei paesi ancora scettici.

 

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