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Linea dura contro il personale sanitario che non si vaccina: la conferenza stampa di Draghi

neXtQuotidiano 26/03/2021

Mario Draghi annuncia in conferenza stampa che è allo studio un provvedimento per il personale sanitario che rifiuta il vaccino. E il ministro Speranza conferma

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Mario Draghi annuncia in conferenza stampa che è allo studio un provvedimento per il personale sanitario che rifiuta il vaccino. E il ministro Speranza conferma

Linea dura contro il personale sanitario che non si vaccina: la conferenza stampa di Draghi

 

“Sappiamo che dopo un anno di sofferenza sappiamo qualcosa di più sulle fonti di contagio. Queste misure non sono campate per aria: è desiderabile pensare di riaprire, ma ci devono essere le condizioni. Garavaglia vuole riaprire? Sono d’accordo con lui: anche io vorrei andare in vacanza”. Così Mario Draghi in conferenza stampa ha spiegato qual è la possibilità di riapertura graduale a partire da aprile, sottolineando che non si è discusso della proroga dello stato di emergenza. Draghi ha anche annunciato un provvedimento sul personale sanitario: ” “il governo intende intervenire, non va assolutamente bene che siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta preparando un provvedimento su questo, come è tutto ancora da vedere”. Poi Draghi ha parlato di Sputnik: “Qui centra la salute, la vita e la morte. Va fatto di tutto per rafforzare il coordinamento europeo ma se non si vede una soluzione, occorre cercare di agire per altre strade”. “Starei attento a fare questi contratti” su Sputnik “perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda. L’Ema “sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno”. E sulle scuole ha confermato la riapertura: “Confermo la decisione di aprire fino alla prima media. Il ministro Bianchi sta lavorando perchè questa riapertura avvenga in modo ordinato. In alcuni casi sarà possibile effettuare il test ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo”.”Le decisioni prese con l’ultimo decreto hanno portato a una diminuzione del tasso di crescita dei contagi” anche se “la situazione rimane critica e preoccupante ma la volontà complessiva” è stata quella di riaprire la scuola fino alla prima media, “aprire ulteriormente” sarebbe “un rischio”. “Le evidenze scientifiche dimostrano che fino alla prima media le scuole di per sè non sono fonte di contagio, quello che lo è, è quello che c’è attorno alla scuola e più età si alza e più le attività aumentano. Tutti gli altri provvedimenti restano fermi. La scuola è un punto di contagio molto limitato solo in presenza di tutte le altre restrizioni”.

Poi è intervenuto il ministro Speranza che su Sputnik ha spiegato: “Per noi è indispensabile che le agenzie regolatorie possano garantire che un vaccino messo in commercio è efficace e sicuro al di là della nazionalità degli scienziati che hanno lavorato a questo vaccino. Quindi, aspettiamo che l’Ema svolga il suo processo autorizzatorio e poi che anche l’Aifa faccia la stessa cosa” e sulla legge che obblighi gli operatori sanitari a vaccinarsi: “L’adesione del personale sanitario al vaccino estremamente rilevante. La quota di rifiuti e’ estremamente residuale, stiamo provando ora a formalizzare sul piano quantitativo e su questo valutiamo l’intervento con una norma”. Il ministro ha poi parlato della situazione epidemiologica: “Le misure che abbiamo adottato nelle ultime settimane ci hanno consentito di poter verificare qualche primissimo segnale di rallentamento del contagio”. “Anche nei dati di oggi – ha evidenziato – l’Istituto superiore di sanità segnala un Rt a 1.08, la scorsa settimana era a 1.16. Erano 6 settimane che l’Rt era in una fase di crescita e per la prima volta c’è un elemento di decrescita. La stessa cosa vale per il tasso di incidenza: in una settimana, su 100mila abitanti, è sceso sotto i 250 casi. Questo significa che c’è ancora una situazione delicata, che va seguita con la massima attenzione, ma ci possiamo consentire, in un quadro che resta molto prudenziale, una scelta” sulla scuola “che vuole dare un segnale molto rilevante”

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