Le carte false sui soccorsi dei migranti in mare

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-18

I fax dei libici scritti dagli italiani. Le registrazioni dei dialoghi sull’intervento della Mare Jonio. “L’ufficiale di Tripoli non parla inglese”

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C’è un modulo prestampato su carta intestata della Guardia Costiera Libica e datato “base navale di Abu Sitta” in cui Tripoli si assume la responsabilità del salvataggio di 49 migranti a bordo di un gommone in avaria. Ma quel documento è stato compilato dagli italiani, non dai libici.

Le carte false sui soccorsi dei migranti in mare

La storia la raccontano oggi Marco Mensurati e Fabio Tonacci su Repubblica oggi, e dimostra che non è vero che l’Italia non ha più alcun ruolo operativo nelle acque di fronte alla Libia. E non è vero che la Libia sia autosufficiente e capace di gestire il recupero dei naufraghi.

Quale sia davvero il ruolo giocato in questi mesi da Roma, nella cosiddetta zona Sar (Search and rescue) libica emerge dalle registrazioni contenute nell’inchiesta della procura di Agrigento sulla nave Mar Jonio dell’associazione Mediterranea Saving Humans, di cui Repubblica è venuta in possesso e di cui oggi pubblica online gli audio originali.

Ricevuto via mail dalla Mare Jonio l’allarme per un gommone in pericolo, il 18 marzo scorso alle ore 13 e 25 il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma (Imrcc) contatta immediatamente il numero dell’operational center della guardia costiera libica. Risponde tale Mustaphà che si qualifica come “l’ufficiale di turno in servizio”.

Il racconto prosegue con la spiegazione: il libico non parla inglese o ha dei problemi e l’ufficiale italiano è costretto a chiamare il servizio di interprete per dare le coordinate dell’imbarcazione, ma evidentemente anche così le comunicazioni non sono efficaci visto che l’Imrcc Roma deve telefonare alla nave della marina militare italiana “Capri”.

L’intervento dei (non) libici

Alle 14.17 la Capri chiama Roma e getta la maschera. Di Mustaphà non c’è traccia, in compenso il fax è pronto: «Allora, vi stiamo mandando il fax, hanno assunto la responsabilità dell’evento, non c’è il numero dell’evento quindi ho messo evento del 18 marzo 2019…va bene, si capisce, hanno assunto, tra qualche minuto uscirà la motovedetta e dirigeranno sulla loro posizione».

Alle 14.31 Roma informa la Mare Jonio che alle 14.00 italiane, il Joint rescue coordination center di Tripoli ha assunto la responsabilità dell’evento precisando che una motovedetta libica, la Raz Al Jadar, si sta dirigendo in area per effettuare il soccorso. «Parlo in nome e per conto dell’autorità libica — aggiunge poi l’italiano — ci chiedono di riferire a tutte le navi in area di mantenersi a una distanza di sicurezza di 8 miglia».

Alla fine del racconto succede che i volontari di Mediterranea salvano i 49 migranti e rimediano così l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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