L’imbarazzante discorso di Donatella Rettore sulla libertà di usare le parole fr…o e ne..o

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-08

Donatella Rettore, intervistata durante “Belve” su Rai2 da Francesca Fagnani, si lancia in un discorso sul modo tutto suo di intendere la libertà di espressione

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Nel corso di Belve, il programma di Francesca Fagnani su Rai2 che andrà in onda questa sera, secondo le anticipazioni del sito specializzato sulla televisione italiana davidemaggio.it ci sarà uno scontro tra la conduttrice e Donatella Rettore con la cantante che si lascerebbe andare a dichiarazioni destinate a sollevare un polverone. Fagnani ha ricordato infatti a Rettore alcune sue parole pronunciate tempo fa quando disse “Io piaccio ai gay non piaccio alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage”. “Queste cose che ha detto non la imbarazzano?”, le chiede la conduttrice. Rettore non ritratta e anzi rilancia: “No, non sono assolutamente imbarazzata, per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le palle, e ci sono gli isterici che parlano e si strappano i capelli, fanno i pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa”.

L’imbarazzante discorso di Donatella Rettore sulla libertà di usare le parole fr…o e ne..o

A quel punto Fagnani le fa notare quanto siano offensive le sue parole, ma Rettore ribatte: “C’è una limitazione alla libertà, si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate, ad esempio il fatto che non si possa dire fr*cio e t*oia”. “Ma qual è la libertà – chiede allora la Fagnani – nel dire certe parole?” . E Rettore: ”Adesso Vasco Rossi “è andata con il ne*ro la troia” (la canzone è Colpa d’Alfredo del 1980, ndr) non potrebbe più dirlo”. Fagnani allora fa notare come quello fosse un insulto: “Qual è la libertà nel dare a qualcuno del frocio o della troia?”. Rettore allora rincara: “Io rivendico la possibilità di usare frocio e ne*ro, non mi sembrano insulti se uno è colorato…dipende dal modo in cui uno lo dice, se tu dici brutto ne*ro è una cosa, se tu dici ne*retto è un’altra”.

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