Don Mignani rincara la dose: “La Chiesa soffre di sessofobia, così allontana le persone” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-30

Il parroco di Bonassola che ha rifiutato la benedizione delle palme in protesta contro la chiusura del Vaticano alle unioni omosessuali ha parlato a “Fanpage”, spiegando le ragioni della sua protesta. “Sogno una Chiesa profetica, che traini la società verso il progresso, invece è sempre in ritardo”

article-post

Don Giulio Mignani è il parroco di Bonassola (provincia della Spezia) che ha avuto il coraggio, domenica scorsa, di manifestare tutta la propria contrarietà con la decisione della Congregazione per la dottrina della fede di vietare la benedizione delle unioni di coppie omosessuali. Lo ha fatto con una frase, pronunciata durante l’omelia della messa della Domenica delle Palme, che in breve ha fatto il giro di tutti i media nazionali, oltrepassando anche i confini italiani:

“Nella Chiesa si benedice di tutto, ma non l’amore vero tra omosessuali. Se non posso benedire le coppie formate da persone dello stesso sesso, allora non benedico neppure palme e ramoscelli d’olivo”.

Oggi don Mignani è tornato a parlare in una lunga intervista rilasciata a “Fanpage”, durante la quale ha spiegato le ragioni di una posizione eclatante solo per chi non conosce questo “pretino di provincia” – come si autodefinisce – che da anni porta avanti una battaglia testarda e solitaria per l’apertura della Chiesa agli omosessuali. E, in una chiacchierata di un quarto d’ora, ha raccontato la sua idea di Chiesa.

“Già avevo deciso di non celebrare la benedizione delle palme per evitare occasione di assembramenti. Poi ho letto il documento (della Congregazione per la dottrina della fede, ndr) e mi ha ferito come membro della chiesa, per le parole così dure che sono state usate” ha detto don Giulio. “Ho pensato alle persone omosessuali che fanno parte della Chiesa, a come devono essersi sentite di fronte a una madre chiesa che gli dica: “Mi fate schifo”. Allora ho deciso di dare a questa benedizione anche un significato di contrarietà.”

Don Mignani ha dedicato poi anche un passaggio a Papa Francesco, che a ottobre aveva aperto alle unioni civili.

“Ripensando alle parole di Papa Francesco, vengono anche dei dubbi, forse abbiamo capito male noi, perché quel documento è controfirmato da lui. Allora, vien da dire, avevamo capito male noi, avevo frainteso io…” commenta amaro don Giulio, che riflette: “Dentro la Chiesa ci sono persone omosessuali che chiedono di essere accolte, che sia rispettato il loro amore come viene rispettato quello di tutti. In tanti mi hanno chiamato per ringraziarmi, altri mi hanno insultato. Io vorrei che si sapesse che quel dire di no a quel documento è dettato dall’amore della Chiesa. Non sono le persone omosessuali che ci rimettono perché loro la benedizione già ce l’hanno, quella di Dio, ma è la chiesa che ci rimette a non benedire perché allontana le persone. E’ un desiderio che la Chiesa cambi perché possa essere più vicina alle persone. Da membro della Chiesa, non voglio distruggerla, ma voglio farla migliorare.”

Don Mignani estende la sua protesta anche all’esclusione dalla benedizione delle persone divorziate.

“Il passo che deve fare la Chiesa riguarda anche le unioni eterosessuali al di fuori del matrimonio. Il Papa avrebbe voluto farlo, ma il Sinodo ha messo dei paletti, ci sono tante storie di persone che hanno avuto dei drammi anche precedenti di rapporti non chiusi in maniera serena, che hanno dato vita poi a famiglie stupende, e che si sentono escluse dalla Chiesa, non benedette.”

“A volte sento dire dalle persone delle cose incredibili. Una volta una signora mi ha detto, riferendosi agli omosessuali: “Non sa cosa fanno loro, sono peggio degli animali”. ‘Ma si rende conto di quello che sta dicendo?’ Ho risposto. C’è una grande sessofobia anche dentro la Chiesa, c’è da riscoprire la sessualità come linguaggio d’amore, è una cosa stupenda, e non può che essere benedetto da Dio, sia che sia dentro o fuori dal matrimonio, che sia tra etero o omosessuali. La Chiesa sta arrivando sempre in ritardo rispetto al mondo che la circonda, pensiamo solo al suffragio universale e il voto alle donne, su cui si è schierata contro, salvo poi essere trainata dalla società. Io invece vorrei una Chiesa profetica che trascini la società verso una maggiore apertura e una maggiore rispetto delle persone.”

“Tante persone apprezzano quello che faccio, in tanti si lamentano di un prete come me” prosegue il parrocco di Bonassola. “Vede, una cosa che mi ha sorpreso molto è come queste cose abbiano fatto scalpore da tutte le parti: da un lato fa piacere perché c’è sensibilità su questo tema, dall’altro mi rammarica perché sono un pretino di provincia di quattro parrocchie piccoline con meno di 500 abitanti in ognuna delle parrocchie e vuol dire che nessun altro più importante di me ne ha parlato. E questo mi rammarica molto. In Austria, in Germania ci sono stati anche degli arcivescovi ad alzarsi in piedi contro questo documento, in Italia nessuno si è mosso in tal senso, e allora succede che un piccolo parroco di provincia ha creato questo clamore, se no la mia voce sarebbe stata una delle tante, e mi avrebbe fatto piacere. Se qualcuno mi ha chiamato? Ancora no, ma succederà. Già in passato sono stato richiamato dal Vescovo per le mie posizioni sulle omosessuali, mi aspetto che ricapiti, è più che normale, sarebbe strano il contrario.”

Potrebbe interessarti anche