Don Mauro Inzoli ammette la sua presenza al convegno sulla famiglia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-20

Il prete cacciato da Papa Francesco con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di minori dice che era suo diritto essere lì

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Alla fine anche l’ultimo dubbio cade, per bocca del protagonista della vicenda. Don Mauro Inzoli ammette con il Corriere della Sera che era al convegno sulla famiglia promosso dalla Fondazione Chaire con il patrocinio della Regione Lombardia. Il 64enne don Mauro rivendica «il diritto» ad andare dove vuole essendo «libero di farlo», spiega che era a conoscenza da tempo del convegno e subito s’era ripromesso di parteciparvi, afferma che non si è imbucato ma si è registrato come chiunque altro; e fondamentalmente non giudica tutta questa storia «una questione di vita e di morte» come invece «sembra che sia diventata». Nulla cambia invece per le accuse di abusi che gli sono state mosse: lui s’appella al «giudizio divino»,il resto «passerà». Racconta il quotidiano:

Di sicuro don Mauro, sotto indagine dalla Procura di Cremona, innamorato di belle macchine e di sigari, originario di Torlino Vimercati, nemmeno cinquecento abitanti in provincia di Cremona, non è passato inosservato: sabato in parecchi di Cl l’hanno notato. I posti non erano assegnati come conferma un altro dei presenti, vicino di seggiolino del sacerdote, il professor Stefano Zecchi, che giura essere ignaro dell’identità e dei trascorsi di don Mauro. Dice Zecchi: «Sono arrivato in anticipo e mi sono sistemato. Poi è arrivato lui, ha visto quel posto libero, ha chiesto scusa e si è accomodato. Se n’è stato zitto tutto il tempo. Applaudiva parecchio e con entusiasmo. Terminato il convegno quel prete mi ha parlato di come in Danimarca non ci sono bimbi down perché a suo dire fanno in modo di fermarli prima. Ammetto che mi ha inquietato…».

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Il Corriere poi torna sulla questione dell’accredito di Raffaele Cattaneo, smentito ieri dal presidente del consiglio regionale lombardo:
 

Fonti del Corriere, domenica, hanno rivelato due elementi: la conferma che il sacerdote non è entrato casualmente ma lo ha fatto grazie a «un lasciapassare» ottenuto dagli uffici di Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale ed esponente di spicco di Cl. Ieri dallo staff di Cattaneo hanno precisato che «gli accrediti istituzionali sono stati gestiti dalla Giunta regionale». Vero o falso? Nel sottolineare che la presenza di don Mauro è stata «inopportuna» il governatore Roberto Maroni ha manifestato rammarico: peccato che il «cerimoniale non mi abbia informato altrimenti il sacerdote sarebbe stato allontanato». Abbiamo detto di Maroni e adesso diciamo del suo predecessore alla guida della Regione Roberto Formigoni, peraltro accostato al sacerdote in quanto questi sarebbe stato uno dei suoi confessori. Anche qui: vero o falso? Premesso che pure Formigoni ha definito «inopportuna la presenza di don Inzoli» e ha aggiunto che «la polemica montata è abnorme e strumentale», ripete che «non è mai stato il mio confessore, l’avrò visto un paio di volte».

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