La risposta della Lega al calo dei matrimoni religiosi è un bonus da 20 mila euro per chi decide di sposarsi in chiesa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-20

La risposta della Lega al calo dei matrimoni religiosi è un bonus da 20 mila euro per chi decide di sposarsi in chiesa

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La Lega ha presentato oggi alla Camera un Disegno di legge che prevede l’istituzione del bonus di cui potrà beneficiare solo chi è cittadino italiano da almeno dieci anni e ha un reddito non superiore a 23 mila euro. Il primo firmatario della proposta di legge è il deputato leghista Domenico Furgiuele, ma la notizia è stata riportata su Twitter dall’account Ultimora.net – POLITICS e poi dal quotidiano La Repubblica, attirando varie critiche degli utenti.

Bonus matrimonio religioso: la Lega ci riprova?

Una proposta molto simile era stata già presentata dalla Lega qualche anno fa. Le persone sotto i 35 anni che avrebbero deciso di sposarsi in chiesa avrebbero beneficiato di una detrazione delle spese fino 20 mila euro, anche in quel caso ne avrebbero beneficiato solo le persone con un reddito inferiore a 23 mila euro. Anche il questo caso il Disegno di legge presentato alla Camera nel 2o18 aveva come primo firmatario Domenico Furgiuele ed era stato sottoscritto da altri 51 deputati. Già quando era stato presentato il Disegno di legge di Furgiuele erano sorte alcune polemiche sul fatto che un bonus di questo genere, riservato solo alle coppie che decidono di sposarsi in chiesa, fosse discriminatorio e poco inclusivo per esempio nei confronti delle persone non cristiane o non credenti.

Allo stesso modo, dopo che Ultimora.net – POLITICS e La Repubblica ha riportato questa notizia, in molti hanno espresso il proprio disaccordo e criticato il Disegno di legge soprattutto sui social network, sottolineando quanto la proposta sia anacronistica e discriminatoria, oltreché incostutituzionale in un paese che ha tra i pilastri della sua carta fondativa la laicità dello Stato. Al punto che, poche ore dopo, lo stesso Carroccio è stato costretto a tornare sui propri passi, estendendo il (discutibile) bonus a tutti i matrimoni. Una toppa tardiva che non cancella l’assurdità di una proposta uscita male e presentata peggio.

 

 

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