Dieci piccoli deputati (PD)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-20

Risolto il problema dei contrari alla riforma della legge elettorale di Renzi. Nel modo più spiccio: in nove, forse dieci, verranno sostituiti. Lauricella in bilico perché ha detto che voterà la riforma

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L’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali della Camera, fissato per stasera alle 20.30, sostituirà gli esponenti del Pd “che hanno dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore” dell’Italicum: lo spiega in mattinato il deputato della minoranza Dem Andrea Giorgis. “Verremo sostituiti d’imperio – dice – perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, D’Attorre, Fabbri, Agostini, Lattuca, Cuperlo, Bersani, Pollastrini, Bindi. E forse Lauricella. Ci sono già state le telefonate”.
 
I DIECI PICCOLI DEPUTATI PD
“Abbiamo detto che non voteremo il mandato al relatore e i singoli articoli. Alla luce di questo stasera si riunira’ l’uffcio di presidenza del gruppo e saremo sostituiti”, racconta Giorgis che spiega di essere stato contattato dal gruppo e di aver comunicato la propria posizione. “Ci hanno contattato per sapere se vogliamo essere sostituiti in Commissione. Io ho risposto di no”, sottolinea Giuseppe Lauricella. “Alla riunione di gruppo ho preso una posizione diversa rispetto alla minoranza: sono dell’idea che sulla legge elettorale dobbiamo andare avanti. Io non mi faccio sostituire in commissione”, ha spiegato ancora Lauricella, interpellato al telefono, dicendo che seguirà la linea del gruppo. “Se poi si apre una possibilità di modifica del testo, presenterò gli emendamenti in Aula”. Ecco quindi che il problema dei numeri in commissione per l’Italicum sembra essere stato risolto nel modo più semplice e spiccio.

italicum numeri commissione
Italicum, i numeri in commissione alla Camera

LA REAZIONE (SI FA PER DIRE)

«Un fatto grave», dice Stefano Fassina sulla decisione del gruppo di sostituire i componenti della minoranza Pd in commissione Affari costituzionali della Camera. Un fatto “conseguenza dell’indisponibilità da parte del presidente del Consiglio a riconoscere le correzioni necessarie affinché il pacchetto” Italicum-riforma del senato “non porti ad un presidenzialismo di fatto senza contrappesi” che porterebbe ad una “regressione” della qualità della democrazia. Meno arrabbiato è Cuperlo. A proposito della sostituzione dei membri della minoranza Pd in commissione spiega: “Al di là della commissione la discussione deve proseguire. Presenteremo alcuni, limitati ma significativi emendamenti in aula e vedremo che succede. Il Parlamento è sovrano”. Se il Governo ponesse la fiducia sull’Italicum, invece, secondo Cuperlo “sarebbe uno strappo grave. È difficile immaginare che, dopo una scelta di quel genere, con le reazioni facilmente immaginabili delle opposizioni, il giorno dopo si vada avanti come se nulla fosse successo – aggiunge – Il rischio è di instradare la legislatura su un binario a fondo cieco, invece il governo ha delle cose impegnative da fare, sarebbe un limite agli impegni che abbiamo assunto. Mi auguro che la fiducia non ci sia. Ho chiesto al presidente Renzi di pensarci non una ma 100 volte”.
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Sostituire dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera tutti i componenti della minoranza Pd contrari all’Italicum è “fuori dalla Costituzione”, scrive invece il deputato del Pd Pippo Civati sul suo blog. “L`Italicum – sottolinea – è già stato approvato? Pare che il Pd intenda sostituire i parlamentari in disaccordo con la linea del segretario e poi mettere la fiducia sul provvedimento in aula. Lo spirito dell`Italicum è già dentro di noi, diciamo così. Pazienza se esiste l`articolo 67 della Costituzione, che impone che non ci sia alcun mandato imperativo dei parlamentari: un articolo sbaragliato da queste due decisioni. La sostituzione di massa non ha precedenti nella storia repubblicana, la fiducia sulla legge elettorale è collegata a un episodio del 1953, quando si votò la legge truffa”.
 

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