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Il caso della foto (falsa) di Diana Pifferi messa in circolo sui social per raccattare like
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-07-26
Una foto di una bambina spacciata per Diana Pifferi, la bambina morta dopo essere stata abbandonata in casa per giorni dalla madre, fa il giro dei social
Da qualche giorno circola sui social network un post diventato virale che mostra quello che viene spacciato per “il volto di Diana”, la bimba di 18 mesi morta in casa dopo essere stata abbandonata per quasi una settimana dalla madre Alessia Pifferi. Il messaggio recita:
“Chissà cosa ha patito. Avrà pianto? Nessuno ha sentito? Eppure per sei giorni, con questo caldo, senza cibo, avrebbe urlato. Tanti, troppe sono le domande, gli interrogativi su questa vicenda crudele. Diana era una bimba non voluta, addirittura la donna che l’ha messa al mondo, sostiene di non essersi accorta di essere incinta. Certo che definirla pazza è un’offesa per pazzi. Diana nei fine settimana rimaneva da sola, spesso, mi sa che la sedava. Questa volta ha esagerato con le benzodiazepine, Diana è morta poco dopo. Tra pannolini sporchi, insetti, un biberon di latte. È morta da sola. Tante donne avrebbero voluto essere madri. Tante donne si staranno chiedendo, perché? Un perché non c’è , e non ci sarà mai. Diana 16 mesi , è nata nel posto sbagliato, uccisa da una madre senza scrupoli. Ora è con gli angeli, i quali di sicuro si prenderanno cura di lei. Ciao piccolina”
Il caso della foto (falsa) di Diana Pifferi messa in circolo sui social per raccattare like
Come fatto notare da diversi utenti però, la foto spacciata per vera è in realtà falsa: facendo una ricerca è emerso infatti che si tratta di un frame estrapolato da un breve video di una bambina che ride, presente sul web almeno dal 2019. Un tentativo di racimolare like e consenso con una storia drammatica, un oltraggio alla memoria della piccola vittima, della quale i tratti del viso è giusto che rimangano per sempre ignoti. Non c’è per forza bisogno di dare un volto alle tragedie, non sono necessarie morbosità e voyeurismo, se i dettagli non aggiungono nulla a una storia già così drammatica di suo.