La studentessa risarcita 11 anni dopo per una bocciatura ingiusta al liceo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-07

Debora Chirone ha vinto la sua battaglia contro il Liceo di Savona e otterrà un risarcimento anche dal Ministero dell’Istruzione

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Era l’anno scolastico 2010/2011. Debora Chirone frequentava il terzo anno al Liceo Scientifico Orazio Grassi di Savona. I rapporti tra lei (ma anche altri suoi compagni di classe) con la docente di Matematica e Fisica erano molto tesi. La stessa adolescente, infatti, chiese alla dirigente scolastica la sostituzione della professoressa. Tutto ciò non avvenne e, alla fine dell’anno, lei venne “rimandata a settembre” proprio in quelle materie. Il classico “debito formativo” da recuperare con un esame ad hoc prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Ma lì arrivò la sua bocciatura. Ma ora, 11 anni dopo, quella giovane – ora diventata donna, laureata e architetta – ha vinto la sua causa contro quell’istituto e ora sarà risarcita.

Debora Chirone, la studentessa risarcita 11 anni dopo per una bocciatura ingiusta

Quella bocciatura è sempre stata contestata da Debora Chirone che, infatti, aveva deciso di fare causa al Liceo. E i giudici del Tar della Liguria si sono finalmente espressi su quel che le accadde nel 2011:

“Le illegittimità riscontrate appaiono infatti rimproverabili e non scusabili, sia per la loro numerosità, sia per la sussistenza (anche) del vizio di disparità di trattamento, particolarmente stigmatizzabile per il suo carattere “odioso”, tanto più in quanto inficiante l’attività valutativa condotta nell’ambito del sistema pubblico di istruzione e nei confronti di una ragazza minorenne ed evidenziano come una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia”.

Perché quella bocciatura ha provocato il ritardo nella realizzazione personale, formativa e professionale di Debora Chirone. Un anno perso (nonostante una buona media voti in tutte le altre materie) che dovrà essere risarcito sia dal Liceo Scientifico Orazio Grassi di Savona che dal Ministero dell’Istruzione.

“Il danno patrimoniale deriva dal lucro cessante patito per aver ottenuto il diploma di maturità al termine dell’anno scolastico 2013/2014, anziché 2012/2013 e per avere differito di un anno gli studi universitari e l’inizio dell’attività professionale Superato l’esame di abilitazione ha cominciato ad esercitare la professione di architetto, ottenendo i primi guadagni nell’agosto del 2021. Dunque, a causa del ritardo nel conseguimento del titolo di studio di scuola superiore, la ricorrente – laureatasi in corso – ha subito un allungamento dei tempi per svolgere l’attività lavorativa produttiva di reddito”.

Ripercussioni, ovviamente, non solo sul presente ma anche sul futuro. Perché quell’anno di ritardo nel completamento del suo percorso formativo provocherà anche un anno di mancati contribuiti pensionistici.

La sua reazione

Debora Chirone, dopo quella bocciatura, proseguì i suoi studi nello stesso liceo. Si è diplomata e poi laureata con lode. E proprio nell’estate del 2014 aveva ottenuto la sua prima vittoria: il Tar aveva deciso di annullare quella sua bocciatura. Un pro-forma che, fino a oggi, non aveva avuto riflessi sulla sua vita. Ma ora il Liceo e il Ministero dell’Istruzione dovranno versare nelle sue casse 10mila euro come risarcimento.

“È una rivalsa personale per una ingiustizia che all’epoca mi ha fatto soffrire ma che non ho mai voluto accettare. Può sembrare banale ma il ritardo di un anno comporta conseguenze per gli studi, i concorsi, le occasioni lavorative. Oggi non sono contenta per i soldi, evidentemente, ma per il riconoscimento morale della mia battaglia per la giustizia”.

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