Succede raramente che un editore conceda un’intervista a un giornale della concorrenza. Quando succede, di solito lo fa per dire cose molto importanti. Per questo oggi Aldo Cazzullo firma sul Corriere della Sera una lunga intervista a Carlo De Benedetti, editore di Repubblica, dalla quale si evince che l’ingegnere è molto arrabbiato con Eugenio Scalfari per la famosa uscita televisiva sul voto a Berlusconi, che Barbapapà ha già tra l’altro rettificato ma evidentemente senza soddisfare. De Benedetti comincia l’intervista rifiutandosi di scegliere tra Berlusconi e Di Maio e poi sostiene che l’uscita di Scalfari ha nuociuto al giornale:
«È una questione improponibile. Si può restare a casa, o votare scheda bianca. Berlusconi fa venire in mente quando, rovistando tra le cose vecchie, si trova un abito in disuso; e infilando una mano nella tasca spunta un vecchio biglietto del tram già obliterato».
Allora perché Scalfari lo voterebbe?
«Scalfari è stato talmente un grande nell’inventare Repubblica e uno stile di giornale che farebbe meglio a preservare il suo passato».Sta dicendo che ha avuto un lapsus?
«Penso l’abbia fatto per vanità, per riconquistare la scena. Ma è stato un pugno nello stomaco per gran parte dei lettori di Repubblica, me compreso. Berlusconi è un condannato in via definitiva per evasione fiscale e corruzione della giustizia. Se non fosse per l’età, sarebbe un endorsement sorprendente per uno come Scalfari che ha predicato, sia pure in modo politicamente assai cangiante, la morale».C’è stata una frattura personale tra lei e il fondatore?
«Penso che la risposta di Scalfari abbia gravemente nuociuto al giornale».
De Benedetti sembra avere un diavolo per capello nei confronti di Scalfari, che invita a “preservare il suo passato” e che accusa di aver predicato in modo cangiante la morale. E già che c’è, siccome ieri Repubblica ha scritto ai renziani predicando calma, se la prende anche con Renzi:
«Renzi ha deluso non solo me, ma tantissimi italiani. È stato un elemento di novità e freschezza, e ha fatto bene il primo ministro. Ma ha sbagliato sul referendum, e soprattutto ha sbagliato dopo a non trarne le conseguenze».
Cosa avrebbe dovuto fare?
«Prendersi due o tre anni di pausa. Andare in America,studiare, imparare, conoscere il mondo. Magari l’avrebbero richiamato a furor di popolo. Invece ha avuto l’ansia di chi si dimette ma non vede l’ora di ricominciare».
Leggi sull’argomento: Eugenio Scalfari spiega il suo voto tra Berlusconi e Di Maio
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3 dicembre 2017 at 9:54
Scontetare tutti, con buone ragioni , puo’ essere la scelta migliore o perfino obbligata per risollevare un Paese .
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Il prezzo elettorale potra essere altissimo ( Monti insegna ) ma non e’ detta l’ultima parola .
Questi Padri Nobili parlano bene ma fanno un gran danno per la partigianeria e scarsa oggettivita dei loro
giudizi .
La stampa che non gode di grande numero di lettori ( chi ha una diffusione susuperiore 350k copie o non inferiore
a quella degli anni 70 alzi la mano ) e che a causa delle rassegne stampe televise e del webb raggiunge una audience
elevatissima non conccorre al dibattito critico ,facendo ad esempio apparire che la crisi bancaria italiana sia
esclusivamente quella di una banca che ,pur avendo realizzato perdite solo per 700 ml , ha avuto il demerito
di includere tra gli Esponenti il padre di una renziana ! E cosi via .
Qualcuno ricorda ai lettori con lo stesso martellamento che i nuovi profeti della stabilita e del nuovo risorgimento
siedono nel Parlamento Europeo nel gruppo di Farange ? E cosi via.
Qualcuno ha mai spiegato che il candidato premier grillino deduce dal mitico rimborso non solo spese chd potrebbero
essere riconducibili alla attivita politica ( parentopoli a parte ) anche le spese mensili per il BARBIERE ? -
4 dicembre 2017 at 4:47
10 miliardi di lire di tangenti versati per vendere telescriventi alle Poste quando già si usava il fax. 175 milioni di euro di multa per elusione fiscale. 5 anni e 2 mesi di reclusione per i morti per amianto alla Olivetti. Da che pulpito vien la predica.
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