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Daniele Frongia e lo stadio della Roma che non si deve fare anzi sì
neXtQuotidiano 30/07/2016
Il vicesindaco va all’attacco del Tempo, a cui aveva detto: «La cosa che ribadiamo è che noi vogliamo lo stadio purché si rispetti la legge. E per stadio di calcio, per l’Amministrazione Raggi intendiamo uno stadio di calcio. Questo è un intervento urbanistico e lo sport, il calcio, c’entra poco». Dice che il Comune vuole che lo stadio si faccia in tempi rapidi. Ma…
Il vicesindaco e assessore allo sport della Giunta Raggi Daniele Frongia su Facebook è limpido: «Come ribadito più volte, è nelle intenzioni del M5S aprire un percorso comune con la società giallorossa affinché lo stadio si faccia, in tempi rapidi e nel pieno rispetto dell’interesse pubblico e della legge, principio che noi riteniamo imprescindibile e, ovviamente, vincolante». Una tesi così netta che arriva in risposta, lo dice lui stesso, al titolo dell’intervista pubblicata dal Tempo e a firma di Ferdinando Magliaro, che proprio ieri, dalle colonne del quotidiano capitolino, aveva rivelato l’esistenza di una scadenza, quella del 28 agosto, come data ultima per trasmettere la documentazione in Regione Lazio.
Daniele Frongia e lo stadio della Roma
Cosa scrive il vicesindaco Frongia riguardo lo stadio della Roma? I quattro punti sono illuminanti e dovrebbero aver chiuso la questione:
– Non è vero che il Comune sia in ritardo o che stia rallentando l’iter di Tor di Valle. È invece vero il contrario, gli uffici stanno completando il lavoro entro i tempi stabiliti.
– Oggi scade il termine delle istruttorie che i vari uffici comunali e diverse aziende comunali devono redigere. Ci saranno ulteriori attività istruttorie ad agosto. Appena pronta la documentazione questa verrà trasmessa alla Regione.
-Tale scadenza è prevista (dalla normativa) a fine agosto. Siamo dunque perfettamente nei tempi. Di certo questa documentazione non passerà – come erroneamente riportato dal Tempo – per il mio assessorato allo sport. Io mi occupo dei 162 impianti sportivi già esistenti.
– Come ribadito più volte, è nelle intenzioni del M5S aprire un percorso comune con la società giallorossa affinché lo stadio si faccia, in tempi rapidi e nel pieno rispetto dell’interesse pubblico e della legge, principio che noi riteniamo imprescindibile e, ovviamente, vincolante.
Ma a ben guardare la smentita, più che una vera smentita, è l’ennesimo gioco di parole che questa amministrazione utilizza invece di rispondere chiaramente. Qual è infatti il virgolettato che Frongia desidera smentire? È quello posto all’inizio dell’articolo: “La cosa che ribadiamo è che noi vogliamo lo stadio purché si rispetti la legge. E per stadio di calcio, per l’Amministrazione Raggi intendiamo uno stadio di calcio. Questo è un intervento urbanistico e lo sport, il calcio, c’entra poco“. Ora, come tutti sanno, il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle comprende una serie di interventi urbanistici. Ecco perché la dichiarazione su Facebook e quella sul Tempo vanno lette insieme: lo stadio si deve fare, sì, ma noi contestiamo l’intervento urbanistico. Peccato che il committente (l’A.S. Roma) abbia spiegato e spiegato in più occasione che l’intervento urbanistico fa parte del business plan della società: senza l’uno non è possibile fare l’altro. Ora, passati due mesi dalle elezioni, sarebbe il caso di smettere di giocare con le parole. Anche perché da parte del M5S c’è anche stata, pubblicamente, la conferma di una proposta di modifica (attuabile), ma nessuna volontà di bloccare gli interventi urbanistici.
Nell’intervista rilasciata al Tempo Daniele Frongia è evasivo, soprattutto nei confronti dell’ipotesi di cancellare il pubblico interesse dall’opera, uno dei modi che il comune avrebbe per fermare od ostacolare il progetto. Questa è una proposta fatta dal sindaco Raggi e dall’assessore Berdini. Frongia prima dice che l’ipotesi non è stata discussa, poi che potrebbe esserlo in futuro:
Ad agosto, quindi, il progetto andrà in Conferenza di Servizi regionale. Vuol dire che non è più in agenda l’ipotesi di predisporre una nuova delibera che cancelli il pubblico interesse?
«Non è mai stata discussa questa ipotesi. Per il momento».
Per il momento… e dopo?
«Non posso escluderlo. Ci sono problemi più importanti di cui occuparci ma ci muoveremo in maniera corretta, rispettosa della legge, con tutte le valutazioni e i pareri .Ci sono altre urgenze e altre priorità per noi in questo momento, non abbiamo ancora affrontato in Giunta il problema dello Stadio. Punto. Non posso dare una risposta differente».
Se il progetto, però, fra un mese sarà in Regione occorrerà che al rappresentante di Roma Capitale vengano date le indicazioni politiche e sarebbe complesso, mentre si discute in Regione, portare in Consiglio comunale una delibera che cambi il pubblico interesse…
“Vanno ancora terminate le istruttorie, non sono state fatte le valutazioni politiche. Non so risponderle”
Insomma, la situazione è esattamente la stessa. E l’amministrazione, vicesindaco compreso, non è ancora in grado di dare una risposta chiara. Se non ci fossero milioni di investimenti di privati in ballo, ci sarebbe da ridere.