Da Platinette a Spirlì, le 100 audizioni della Lega in commissione contro il Ddl Zan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-18

La Lega si prepara a portare in commissione oltre 100 dei 210 auditi sul Ddl Zan con due obiettivi chiari: proseguire nell’ostruzionismo e trasformare un tema serissimo in un vergognoso teatrino mediatico

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Da Platinette a Spirlì, passando per il segretario generale della Cei Stefano Russo, è il parterre dei cento volti più o meno noti assoldati dalla Lega per essere auditi in commissione Giustizia in Senato nella discussione sul Ddl Zan. Con un unico, chiaro, obiettivo. Anzi due. Primo: fare ostruzionismo senza quartiere, rinviando il più possibile il passaggio in aula del tanto discusso (e necessario, aggiungiamo noi) disegno di legge a prima firma Alessandro Zan (Partito Democratico) contro omotransfobia, sessismo e abilismo. La seconda ragione è di mera comunicazione: agitare fumo, sollevare polvere, innescare polemiche anche e soprattutto mediatico per trasformare la discussione sul Ddl Zan in un teatrino con tanto di nani, ballerini e telecamere in cui vale tutto e il contrario di tutto. Anche male, non importa, purché se ne parli, affinché si tengano le luci rosse accese su una battaglia molto social e molto poco politica senza la quale personaggi come il senatore Pillon sparirebbero dalla discussione pubblica e politica.

Tra i tanti nomi che la Lega porterà in commissione, spiccano, come detto Mauro Coruzzi, meglio noto come Platinette, omosessuale dichiarato che da anni conduce una battaglia contro quello che definisce il pensiero unico della comunità Lgbt e che ha definito senza mezzi termini il Ddl Zan una norma “arrogante e liberticida”. C’è poi Antonino Spirlì, Presidente facente funzioni della Regione Calabria che, più volte, lui che è omosessuale dichiarato, ha dichiarato che “in natura tutto ha un padre e una madre”. Oppure il leader del Family day Massimo Gandolfini, e ancora il monsignor Stefano Russo, segretario generale Cei, ma anche alcuni esponenti noti del mondo femminista e giornaliste come Marina Terragni e Monica Ricci Sargentini, che non hanno mai fatto mistero di considerare la legge Zan un provvedimento anti-femminista in quanto svilerebbe il genere della donna e la concezione di un mondo binario.

Sono oltre un centinaio in tutto le richieste di audizioni leghiste, su un totale di 210. In pratica, il 50% del totale, tanto per dare un’idea della battaglia che intende giocare la Lega in commissione. Oggi è atteso l’annuncio dell’elenco completo da parte del Presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari.

 

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