Crevit: la vera storia di una «moneta complementare» particolare…

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-21

La pubblicità invade città e giornali. Le righe piccole aiutano a capire meglio: non c’entra nulla Bitcoin, ma c’entra tanto Hong Kong

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La pubblicità campeggia su ogni quotidiano nazionale, e la curiosità è tanta: cosa sarà la moneta complementare di Crevit sbandierata come «nuovo credito per la tua impresa» in tempi di imprenditori che si ammazzano e credit crunch? Il messaggio pubblicitario che troviamo oggi – ad esempio – sul Giornale promette tanto: “Smobilizza l’invenduto”, suggerisce al manager che ha il magazzino pieno di prodotti che la crisi non fa comprare; “Realizza i tuoi crediti insoluti”, sussurra all’orecchio dell’imprenditore che non riesce a farsi pagare sempre causa crisi. Ce n’è abbastanza per incuriosirsi.
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CREVIT: LA MONETA COMPLEMENTARE
Il sito internet si apre con una dichiarazione di Giulio Sapelli, economista e professore all’Università di Milano: «Il valore della proposta risiede nella possibilità che in questo modo sia le imprese sia le famiglie hanno la possibilità di difendersi dall’assenza di credito bancario e dall’abbassamento delle disponibilità di spesa ricorrendo a uno strumento monetario che consente di difendersi dalla crisi nel breve medio termine. Si tratta di una sorta di moneta locale fondata sulla fiducia e sulla reciprocità che esalta la coesione sociale e anche per questo va incoraggiata», mentre le “Novità dal mondo Crevit” ci fanno sapere che «Un utente ha appena effettuato una transazione di 5.000 CREVIT per l’acquisto di BUONI SPESA di una nota insegna nazionale di SUPERMERCATI. In pratica si è aggiudicato l’opportunità di effettuare la spesa di tutti i giorni fino ad un controvalore di 5.000 Euro!», mentre un utente azienda «ha appena transato 6.000 CREVIT utilizzandoli quale garanzia e deposito cauzionale su un contratto di logistica e trasporti. Fare affari è semplice e sicuro con CREVIT, senza bisogno di utilizzare denaro!». Eppure basta leggere le righe piccole, come dimentica sempre di fare Paperino quando lo zione gli propone dei contratti, per sapere qualcosa di più: in quelle della pubblicità (in basso a destra) c’è scritto che «Crevit non è un credito in natura, non convertibile in denaro, spendibile esclusivamente presso gli utenti titolari di Conto Creviti. Ad 1 Crevit è dato il valore convenzionale di un euro». Avete capito come funziona?
 
COME FUNZIONA CREVIT?
Il Crevit è un buono spesa virtuale emesso dall’utente. Ovvero, chi convenzionalmente dà un valore X a quello che porta in pegno deve trovare un altro utente disposto a pagarlo quel valore in Crevit (e non in euro) per concludere una transazione. La parola «moneta» è utilizzata come specchietto per le allodole: nominalmente chi si iscrive riceverà una cifra di Crevit pari a quella in euro: di fatto, dovrà trovarsi da solo (o tramite il portale) qualcuno disposto ad accettarla come fattore di scambio di quella che rimane una transazione normale. Come guadagna Crevit? Lo spiega la Stampa: «Essenzialmente attraverso le commissioni. I tassi ammontano al 5% dell’importo del fido che gli iscritti richiedono prima di aver realizzato vendite in «moneta» complementare e al 2% su ogni accredito ricevuto. Un esempio: per un abito messo in vendita a «mille Crevit» occorre pagare subito l’equivalente di 50 euro. A quel punto l’utente entra nel circuito e ha due anni per rimborsare il fido. Sulla carta dovrebbe pubblicare a sua volta offerte di beni o servizi, oppure vendere le proprie competenze professionali, infine guadagnare «monete» partecipando a programmi promozionali. Magari, portando altri utenti nel sito. Naturalmente, è prevista anche l’opzione più antica: sanare il debito in denaro, attraverso dei piani di rientro». Così bisogna sapere che il credito in Crevit «non è mai convertibile in euro».

Ma niente paura: secondo la società se non sapete cosa farne basta trovare una Onlus a cui regalarli. Bene che vada sarebbe come trovarsi un cassetto pieno di «buoni pasto» che nessuno accetta più. Dalla carta straccia al bit straccio. Diversamente, per chiudere un conto a debito dopo 24 mesi, gli euro tornano improvvisamente di moda, chiaramente a vantaggio della società (il debito in Sardex, per esempio, non può essere tramutato in euro, mai). Altra illusione: «La piattaforma è gratuita». Sì, aprire un conto vuoto, ma acquistare crediti con un fido ha una commissione del 5% più Iva. Inoltre va chiarito subito un altro fattore: il Crevit non è una criptomoneta come il bitcoin. La differenza è sostanziale: il bitcoin viene registrato su memoria informatica e non è legato al fallimento di una singola società (nel caso del crac della piattaforma giapponese MtGox molti utenti non avevano registrato i codici). Qui, invece, i crediti svaniscono con un fallimento.

La società Crevit Italia srl è infine una controllata di una unlimited company con sede ad Hong Kong. Moneta vuol dire fiducia, dicevano.

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