Il Covid Hospital di Civitanova è costato 12 milioni e ha curato due pazienti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-06

In dieci giorni di vita nei suoi 84 posti letto di terapia intensiva ha curato due pazienti, più altri cinque in subintensiva. Un bilancio imbarazzante

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Il Covid Hospital di Guido Bertolaso a Civitanova, ribattezzato “l’astronave” è un edificio deserto costato 12 milioni di euro. In dieci giorni di vita nei suoi 84 posti letto di terapia intensiva ha curato due pazienti, più altri cinque in subintensiva. Un bilancio imbarazzante, spiega oggi Repubblica, e da oggi è un surgelato garantito da guardiania fissa in attesa del futuro incerto: l’arma letale contro il coronavirus, varata dopo l’armistizio in una regione che ha raggiunto ormai stabilmente lo “zero alternato” nei contagi, non sarà smantellato ma riposerà in attesa di un’eventuale seconda ondata.

Per l’uomo del fare, per l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, è l’ennesima ciambella sfornata senza il buco. Ingaggiato dalla giunta Pd del governatore Luca Ceriscioli per replicare il modello del Covid Hospital nella Fiera di Milano (dove a ingaggiarlo era stata invece la giunta leghista di Attilio Fontana), ha raddoppiato fasti e disgrazie lasciandosi alle spalle due ospedali «perfetti dal punto di vista tecnologico, vere astronavi» costate una fortuna e servite – per ora – a nulla. A Milano, dove attualmente ci sono tre ricoverati, sono stati spesi «17,257 milioni iva esclusa per 221 posti di terapia intensiva, realizzati in tempi rapidissimi grazie all’impegno di 110 fornitori e 829 tra tecnici e maestranze».

Entrambe le astronavi hanno fatto il volo inaugurale e poi giù nell’hangar tra critiche feroci, polemiche e vere e proprie denunce. Carte in procura a Milano e carte in procura anche ad Ancona, dove si contesta il falso ideologico in atti di giunta. Bertolaso, che abbiamo raggiunto, non commenta.

covid center civitanova bertolaso

«Assurdo, chi dice che quest’opera è un flop – taglia corto il governatore Ceriscioli, che l’ha voluta fortemente quando le Marche erano una delle regioni più esposte nella battaglia al virus – è sciocco o specula. Senza, non dormirei sonni tranquilli. Tra un mesetto inaugureremo la prima cassa di espansione per un fiume nelle Marche, mi farò una foto lì in mezzo e dirò: guardate, è vuota, ma serve così perché se c’è una piena non si affoga. A Civitanova abbiamo una cassa di espansione per la sanità».

Gli 84 posti, che resteranno attivabili in caso di emergenza, completano il piano regionale che ne prevede trecento: «Noi al massimo della crisi siamo arrivati a 220, questi 80 sono preziosissimi. Di Bertolaso mi è dispiaciuto solo che sia risultato positivo perché ci ha fatto perdere un mese preziosissimo: non avremmo avuto polemiche, realizzare 84 posti in 30 giorni di lavoro è un’opera straordinaria. Ora dallo Stato abbiamo avuto 4 milioni per strutturare bene altri 100 posti usati in emergenza negli ospedali, sono curioso di vedere quanto ci costerà e quanto tempo occorrerà, tra appalti e ricorsi al Tar».

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