Così i giudici smontano il decreto Salvini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-12-28

In attesa che la politica trovi il coraggio, con il cambio di governo arrivano le sentenze della Cassazione e del TAR che danno torto al Capitano

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Come da previsioni e in attesa che la politica trovi il coraggio di farlo, sono i giudici a smontare il Decreto Sicurezza by Matteo Salvini. Una sentenza del Tar del Veneto ha risolto ieri il caso di Ashi, nigeriano che si era visto riconoscere la protezione umanitaria il 23 agosto 2018, un mese e mezzo prima che il Capitano la abolisse.

Così i giudici smontano il decreto Salvini

Alessandra Ziniti su Repubblica racconta che dopo che lo Sprar di cui era ospite lo aveva messo alla porta su richiesta della prefettura di Venezia lui è andato in tribunale e ha visto riconosciuto le sue ragioni. I giudici hanno fatto leva su una sentenza della Cassazione che mesi fa ha dichiarato la irretroattività delle nuove norme: per questo i titolari di protezione umanitaria, riconosciuta prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza, non possono perdere il diritto all’accoglienza nelle strutture del sistema Sprar (oggi chiamato Siproimi), che secondo le norme volute da Salvini dovrebbero essere destinate esclusivamente ai rifugiati.

Nei casi in cui «la protezione umanitaria è già stata riconosciuta — sentenzia il Tar — non potrà essere eliso un beneficio (la prestazione delle misure di accoglienza) collegato a questo riconoscimento». E ancora: «Il principio di irretroattività delle leggi comporta che la norma sopravvenuta è inapplicabile, oltre che ai rapporti giuridici esauriti, anche a quelli ancora in vita alla data della sua entrata in vigore, ove tale applicazione si traduca nel disconoscimento di effetti già verificatisi».

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La rete dell’accoglienza regione per regione (SPRAR)

Quelli che avrebbero dovuto essere messi alla porta il 31 dicembre ora hanno una sentenza a favore. E non è l’unica.

A dare la spallata più forte era stata nei mesi scorsi la Corte di Cassazione quando, pronunciandosi su diversi ricorsi di migranti che si erano visti rigettare la protezione umanitaria in base alle nuove norme pur avendo presentato la domanda prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza, ha stabilito la sua irretroattività.

Ma ci sono altri due importanti pezzi delle norme salviniane rimessi in discussione dai giudici: il diritto all’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo (ormai sancito da diverse sentenze di tribunali di tutta Italia) e la non applicabilità del divieto di ingresso in acque territoriali italiane alle navi che soccorrono naufraghi e alle navi militari.

Come ha appena ricordato il tribunale dei ministri di Catania che ha chiesto al Senato di potere processare Salvini per sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti.

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