Così Buzzi chiedeva di votare Pd alle Europee

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-06

La lettera spedita a tutti i soci della coop: «Votate per Giovannelli e Zingaretti». Nelle intercettazioni successive all’arresto le minacce degli intermediari con la ‘ndrangheta

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Una lettera di Salvatore Buzzi ai soci delle sue cooperative in cui chiedeva di votare Oriano Giovannelli e Nicola Zingaretti alle elezioni europee del 2004. E una serie di intercettazioni successive all’arresto del dominus della 29 giugno in cui si parlava di rischi in caso di collaborazione con i magistrati. Queste le due novità nell’inchiesta su Mafia Capitale che la procura di Roma ha depositato al tribunale del Riesame in attesa della discussione sui casi di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, due calabresi arrestati dopo lo scoppio del bubbone e considerati dall’accusa i referenti della ‘ndrangheta per l’organizzazione.

massimo carminati mafia capitale
Massimo Carminati e la banda di Mafia Capitale (Corriere della Sera, 9 dicembre 2014)

BUZZI E IL PACCHETTO DI VOTI PER IL PD
Buzzi vantava quindi un pacchetto di voti da orientare in favore di candidati che considerava a lui vicini. E nel 2004 sponsorizzò Giovannelli e Zingaretti con una lettera poi ritrovata durante le perquisizioni nel giorno degli arresti di Rotolo e Ruggiero, affiliati al clan dei Mancuso. I carabinieri hanno trovato ricevute di pagamento, agende e la famosa lettera con la richiesta di distribuzione: attualmente Zingaretti è presidente della Regione Lazio, Giovannelli è deputato del Partito Democratico. Secondo gli inquirenti i due non sapevano della sponsorizzazione, ma la lettera rimane una prova del sistema utilizzato per aiutare prima i candidati e poi cercare di riscuotere il pegno del consenso. Poi ci sono le intercettazioni ambientali successive all’arresto di Buzzi:

Il giorno del blitz che porta in carcere Buzzi e gli altri, i soci della «29 giugno» sono preoccupati per quanto potrà accadere. Scrivono i carabinieri nella loro informativa riferita a quando viene «registrato» il 2 dicembre: «In questa fase appariva di particolare rilevanza il ruolo assunto da La Maestra Franco il quale, unitamente a Rotolo e Ruggiero, cercava di definire la gestione dei soci. Alle 13.31, l’intercettazione ambientale attiva sull’autovettura di Rotolo consentiva di captare una conversazione avvenuta all’interno del veicolo tra quest’ultimo e La Maestra nel corso della quale il primo, oltre a commentare con il suo interlocutore gli arresti, presupponendo evidentemente un coinvolgimento all’interno della vicenda giudiziaria, gli confidava: “Guarda io ho buttato tutto, computer, ho buttato tutto, quello di mio (…) l’ho buttatolo scorso anno, di mio niente,che cazzo mi potevano di’ per anni di Buzzi” intendendo dunque che il “contenuto” del computer che lo stesso aveva provveduto a distruggere, avrebbe potuto fornire ulteriori elementi di prova, utili all’indagine».

Nel pomeriggio di quello stesso giorno, racconta Fiorenza Sarzanini sul Corriere, c’è un altro colloquio tra Rotolo, La Maestra e Ruggiero. Annotano gli investigatori:

«La conversazione aveva ad oggetto i nuovi assetti interni.In particolare Rotolo, ipotizzando l’intenzione da parte di qualcuno a voler “prendere potere della 29 giugno”, individuava in Colantuono Guido uno da tenere “a bada”, sottolineando che, in mancanza di Buzzi, il comando sarebbe dovuto naturalmente passare inmano a “a noi che siamo i detenuti”asserzione cui anche La Maestra si mostrava concorde“e certo che comandiamo noi,che faccio comanda’ a lui! mache scherzi!». E l’ex brigatista proprio riferendosi a Buzzi aggiunge: «Poi ci ha detto mentre andava via… m’ha guardato e m’ha fatto “me raccomando, non litigate” praticamente poi m’ha guardato, m’ha detto sta cosa, s’è avvicinato eh… “tu sei il capo, mi raccomando… non litigate… non litigate».

NON LITIGATE, EH?
E ancora: gli elementi raccolti dalle indagini hanno quindi documentato come Ruggiero e Rotolo abbiano fornito uno stabile contributo alle attività di Mafia Capitale, avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con qualificati esponenti della ‘ndrangheta, in un rapporto sinallagmatico tra le due organizzazioni mafiose che, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate da Mafia Capitale, ha consentito l’inserimento della cosca Mancuso, rappresentata dal Campennì, nella gestione dell’appalto pubblico in Roma. Non solo: lo stesso Buzzi in un’intercettazione bacchetta il suo sodale Guido Colantuono, reo di aver rimproverato il calabrese Rotolo per alcuni problemi con le attività della Cooperativa 29 giugno, fino a dirgli «tu sei un soldato… ubbidisci- Quello è un ‘ndrangheta.. affiliato.. se tu gli dici sei un mio soldato… lui il generale l’ha… il generale non ce l’ha qui a Roma.. se offende.. non so se me capisci…». E davanti alle giustificazioni dell’interlocutore cita come esempio Massimo Carminati. «Gli parli con i dovuti modi hai visto pure Massimo che è Massimo…gli parli tranquillo..!», dice Buzzi.

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