Cosa succede con il ritardo del vaccino Astrazeneca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-23

Non solo i ritardi di Pfizer: ora la campagna vaccinale in Italia incappa in un nuovo, e probabilmente insormontabile, ostacolo. Ancora prima dell’approvazione prevista entro una settimana, Astrazeneca ha annunciato che distribuirà molte meno dosi di vaccino di quanto previsto

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Non solo i ritardi di Pfizer: ora la campagna vaccinale in Italia incappa in un nuovo, e probabilmente insormontabile, ostacolo. Ancora prima dell’approvazione prevista entro una settimana, Astrazeneca ha annunciato che distribuirà molte meno dosi di vaccino di quanto previsto. “I volumi iniziali saranno inferiori a quanto originariamente previsto a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all’interno della nostra catena di fornitura europea”, ha spiegato al Guardian un portavoce dell’azienda farmaceutica. “Forniremo decine di milioni di dosi a febbraio e marzo all’Unione europea, nel frattempo continueremo ad aumentare i volumi di produzione”, ha aggiunto. Alessandra Ziniti su Repubblica spiega che questo nuovo intoppo avrà una conseguenza certa. Rimandare la fase due della vaccinazione:

Una inattesa doccia fredda e di enormi proporzioni. «Significativi ammanchi», circa il 60 per cento di quanto concordato, quelli preannunciati dall’azienda farmaceutica alla commissione Ue ancor prima dell’approvazione del suo vaccino. Un’altra batosta per l’Italia che, a questo punto, dei 16 milioni di dosi attese per il primo trimestre potrebbe vederne arrivare meno di 7 milioni. Ancora una volta problemi all’impianto di produzione europeo, la causa del taglio delle consegne. Al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, in queste ore alle prese con la causa da intentare a Pfizer per il mancato arrivo delle dosi pattuite e con il piano di solidarietà tra le regioni per garantire i richiami a tutti, non è arrivata ancora alcuna comunicazione ufficiale da parte di AstraZeneca. È ormai chiaro però che, da subito e chissà fino a quando, l’Italia dovrà fare i conti con la mancanza delle dosi previste e rimodulare di conseguenza il piano a cominciare dalla partenza della fase 2, tanto attesa dagli anziani a partire dagli over 80, che slitterà ovunque

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