Riapertura: quali sono le attività che riaprono il 14 aprile

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-11

Aziende e negozi dovranno seguire un vero e proprio decalogo di norme igienico-sanitarie e di comportamento. E dovranno farlo anche nei prossimi mesi, fino a quando l’emergenza da Covid-19 non sarà terminata. Su le saracinesche per librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini. Anche la silvicultura potrà riprendere l’attività

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Nel suo discorso di ieri Giuseppe Conte ha annunciato la fase 2 per il 4 maggio ma anche che alcune attività riapriranno il 14 aprile. Aziende e negozi dovranno seguire un vero e proprio decalogo di norme igienico-sanitarie e di comportamento. E dovranno farlo anche nei prossimi mesi, fino a quando l’emergenza da Covid-19 non sarà terminata. Chi viene in Italia per lavoro dall’estero potrà rimanere 5 giorni.

Riapertura: quali sono le attività che riaprono il 14 aprile

Scrive oggi il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fiorenza Sarzanini che da martedì viene confermata la possibilità di tirare su le saracinesche per librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini. Anche la silvicultura potrà riprendere l’attività.

Ci sono stati migliaia di nuovi nati e per i genitori era difficile reperire vestiti ma anche passeggini e altri oggetti necessari, al di fuori di ciò che si trova nelle farmacie. Via libera anche per diverse aziende: quelle specializzate in silvicoltura e fabbricazione dei computer, quelle per la cura e la manutenzione del paesaggio e per le opere idrauliche, fino al commercio all’ingrosso di carta e cartone. I titolari delle attività ancora chiuse potranno invece andare negli uffici per compilare le buste paga, svuotare i magazzini oppure ricevere merci da mettere in giacenza.

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Coronavirus: i numeri del 10 aprile (La Repubblica, 11 aprile 2020)

Anche gli orari potranno essere allungati proprio per evitare l’affollamento nei locali dove si entrerà comunque in maniera scaglionata.

Regole dettate dal comitato tecnico scientifico che da giorni chiede di non allentare le misure. Eseguendo le indicazioni dell’Inail che ha stilato l’elenco delle attività che possono rappresentare un rischio alto relativamente alla trasmissione del virus e ha inserito in fondo alla lista delle riaperture bar, ristoranti, luoghi di ritrovo ma anche centri estetici, parrucchieri, palestre e centri sportivi. Se ne riparlerà tra settimane e comunque garantendo sempre distanze e minima presenza di personale e clienti.

Nella lista delle attività che possono riaprire sono state inserite l’uso delle aree forestali e la silvicoltura; la fabbricazione dei computer; la cura e lamanutenzione del paesaggio; le opere idrauliche, il commercio all’ingrosso di carta e cartone. Per le aziende che non possono lavorare è consentita «la spedizione della merce in giacenza, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione» e con comunicazione al prefetto si può spedire oppure accettare la ricezione in magazzino di beni e forniture.

Le riapertura dal 14 aprile e la fase 2 il 4 maggio

Per tutto il resto delle attività, bar e ristoranti l’invito è cominciare a sanificare i locali. Bisognerà aspettare il 4 maggio, come per gli spostamenti delle persone. Niente viaggi, niente seconde case, niente parchi e giardini: ammessa solo l’attività motoria individuale vicino casa. Restano chiuse scuole e università. Repubblica aggiunge:

Consentita la vendita di prodotti nei distributori automatici e, per le attività che restano chiuse, è prevista la possibilità di commercio online, a domicilio, vendite in radio e tv. Riaprono anche le lavanderie, quelle industriali ma anche le tintorie. L’urgenza era garantire la filiera dell’agroalimentare, della farmaceutica, della componentistica elettronica e meccanica. Che ripartono tutte. La novità riguarda invece la silvicoltura, le aziende forestali, l’industria del legno, escluso per la fabbricazione di mobili. Sì alle aziende di imballaggi, alle fabbriche di vetro, di utensili, a quelle tessili non per l’abbigliamento ma per gli indumenti da lavoro e tecnico-industriali. Aperte le industrie alimentari e di bevande, al lavoro il comparto della pesca e delle coltivazioni agricole, l’estrazione di carbone e di prodotti petroliferi.

Poi c’è l’attività professionale, consentita non più solo ad architetti e ingegneri, com’era nell’ultimo decreto, ma a studi legali e contabili, assicurazioni e finanziarie, consulenza gestionale e collaudi, studi scientifici e tecnici. In funzione anche le agenzie interinali (ma solo per la ricerca di posti di lavoro nelle attività consentite) e i call center per le chiamate in entrata. Consentite anche le attività per la cura e la manutenzione del paesaggio.

riapertura aziende al lavoro
Riapertura: le aziende al lavoro (Corriere della Sera, 11 aprile 2020)

E i librai?

Le grandi catene si dicono contente del “segnale” che il decreto dà al mondo del libro. Le librerie Feltrinelli (118 punti vendita), per voce del direttore operativo Alberto Rivolta, fanno sapere che ripartiranno in modo progressivo e che il gruppo sta lavorando “a un protocollo per tutelare lavoratori e clienti”. Edoardo Scioscia, amministratore del gruppo Libraccio, del quale è tra i soci fondatori (49 librerie in sette regioni, tra cui Lombardia, Veneto e Emilia) aggiunge qualche indicazione: «Faremo entrare dalle 5 alle 15 persone alla volta, difficile che si incrocino, i nostri locali sono grandi».

Contenti con riserva gli editori. Ricky Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), è soddisfatto ma chiede alla politica finanziamenti “per uscire dalla gravissima crisi”. Mentre Marco Zapparoli, alla guida dell’Adei (Associazione degli editori indipendenti), pur ammettendo che si tratta per le librerie di un riconoscimento “importantissimo”, esprime qualche perplessità: «Ci sono luoghi e aree dove ancora il numero di persone contagiate è molto elevato. Per molti librai non sarà facile decidere cosa fare». E che non sia facile lo dimostra il ginepraio delle posizioni.

Adesso sono prorogate fino al 3 maggio tutte le restrizioni agli spostamenti personali. Da un Comune a un altro ma anche all’interno dello stesso Comune ci si muove solo per lavoro, necessità o salute. Anche dall’estero si può arrivare solo per questi stessi motivi e bisognerà osservare 14 giorni di quarantena, eccezion fatta per i viaggi di lavoro che non potranno superare i cinque giorni. Chiusi parchi e ville, niente attività ludiche o ricreative, unica concessione l’attività motoria nei pressi di casa. Le chiese saranno aperte ma senza funzioni, niente matrimoni né funerali.

Leggi anche: Conte chiude l’Italia fino al 3 maggio

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