Cosa riapre dopo Pasqua? L’Italia non torna gialla

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-25

Cosa riapre dopo Pasqua? La riapertura graduale riguarderà le scuole d’infanzia e quelle primarie. Ma è difficile che la situazione epidemiologica attuale permetta che l’Italia non resti arancione e rossa anche dopo il 6 aprile

article-post

Cosa riapre dopo Pasqua? La riapertura graduale riguarderà le scuole d’infanzia e quelle primarie. Ma è difficile che la situazione epidemiologica attuale permetta che l’Italia non resti arancione e rossa anche dopo il 6 aprile

Cosa riapre dopo Pasqua? L’Italia non torna gialla

Per ora non è stata ancora convocata, ma la cabina di regia tra il premier Mario Draghi e le forze di maggioranza chiamata a discutere delle nuove misure anti-Covid dovrebbe tenersi venerdì pomeriggio, spiega Adnkronos. Venerdì a mezzogiorno è prevista la conclusione del Consiglio europeo al via da domani, mentre nel pomeriggio sono attesi i dati del report settimanale a cura dell’Iss. “Il presidente vuole che le decisioni vengano assunte sulla base di un accurato monitoraggio dei dati, a maggior ragione venerdì pomeriggio dovrebbe essere il giorno X”, dice un ministro solitamente presente al tavolo di confronto. Intanto oggi in Aula, nel corso delle comunicazioni in vista dell’appuntamento europeo, il presidente del Consiglio ha espresso l’auspicio di una riapertura delle scuole, almeno per i più piccoli. “Mentre la campagna di vaccinazione prosegue è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture – le parole di Draghi -. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo, speriamo, subito dopo Pasqua”. Il Corriere però aggiunge che con ogni probabilità verrà prorogato lo stato di emergenza, e inoltre a parte le scuole non potrà aprire nient’altro. Arriverà un nuovo decreto:

Il decreto e il Dpcm del governo che tengono chiuso il Paese scadono il 6 aprile. La valutazione per decidere le nuove misureègià cominciata, ma l’orientamentoèdi far rimanere tutte le regioni in fascia arancione e rossa «per non vanificareisacrifici che stiamo facendo», come ripete il ministro della Salute Roberto Speranza. L’ipotesi più probabile è che si fissi un calendario condizionato all’andamento della curva epidemiologica fino al 3 maggio, consapevoli però che sarà molto difficile poter riaprire bar e ristoranti. E che si decida di prolungare lo stato di emergenza almeno fino a giugno, quando l’inoculazione dei vaccini dovrebbe essere a regime

dpcm draghi cosa chiude fino a pasqua
foto IPP/imagostock

Cosa riapre dopo Pasqua dunque? La proroga della stretta anche dopo Pasqua, racconta Repubblica, è oggetto di uno scontro politico ormai non più inedito. Da una parte il ministro Speranza che segue la linea rigorista, dall’altra la Lega e Forza Italia che non vedono di buon occhio la chiusura di bar e ristoranti ancora per un mese:

Di certo, l’opzione di un arancione nazionale come base minima per l’intero territorio è un’ipotesi sul tavolo. Pd, cinquestelle e il ministro alla Salute Roberto Speranza vorrebbero portare avanti il blocco del giallo fino al primo maggio, mentre la Lega e Forza Italia sarebbero per reintrodurre quel colore il prima possibile. In ballo c’è soprattutto la riapertura di bar e ristoranti, possibile soltanto in zona gialla. L’idea di tenere quegli esercizi chiusi per un mese in più non piace al centrodestra. Palazzo Chigi comunque si farà guidare dai numeri del contagio. Che, per adesso, non sono buoni, come ha ribadito martedì il Cts al presidente del Consiglio Mario Draghi e come dicono i dati di ieri. Se miglioreranno, il giallo potrà tornare prima, altrimenti ci sarà da aspettare. E gli unici colori ammessi saranno il rosso e l’arancione, oltre al bianco. Intanto è scontato che l’apertura di cinema, teatri, ipotizzata per il 27 marzo, slitterà

L’obiettivo resta quello di vaccinare mezzo milione di persone al giorno. A partire dalle categorie fragili e dagli anziani trascurati dalle regioni “in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni – ha detto il premier – persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare”. L’invito è sempre lo stesso: “Tutte le regioni devono attenersi alle priorita’ indicate dal Ministero della Salute”.

Potrebbe interessarti anche