Attualità
Cosa ha fatto il gender alla scuola Carlo Cattaneo di Roma?
Giovanni Drogo 22/09/2015
La due giorni di dibattiti e conferenze “Educare alle differenze” è la prova che il gender è finalmente arrivato nelle scuole per omosessualizzarci tutti, isole comprese?
Sabato e domenica si è tenuta la seconda edizione di Educare alle differenze, un incontro di formazione organizzato dalle associazioni SCOSSE (Roma), Stonewall (Siracusa) e Il Progetto Alice (Bologna). La due giorni ha avuto luogo nelle aule della scuola secondaria di primo grado Carlo Cattaneo a Roma, motivo per cui giornali come il Tempo hanno scritto articoli come “I maestri del gender sono già a scuola” oppure, come fa il Giornale di ieri, parlano della bufera scatenata dal corso pro-gender per docenti. Questa volta non sono i bambini le vittime della “propaganda gender”; questa volta il problema sono gli adulti, consenzienti, che si sono iscritti per partecipare al ciclo di conferenze e laboratori alla Cattaneo. Il tutto mentre Mario Adinolfi era impegnato fuori Roma a difendere le sue due famiglie naturali alla Giornata della Famiglia 2015 di Ferrara.
Cosa è successo alla Carlo Cattaneo?
Come è possibile leggere sulla pagina Facebook che promuove l’evento del 19 e 20 settembre lo scopo di Educare alle differenze era quello di proseguire l’esperienza dell’incontro nazionale dello scorso anno:
Nel secondo meeting nazionale, fissato per il 19 e 20 settembre 2015 a Roma, lo spazio riservato alle sessioni parallele (sabato), sarà dedicata all’autoformazione con laboratori, scambio di buone pratiche e condivisione di metodologie e strumenti didattici, grazie ai contributi inviati alla call pubblica. Mentre nella sezione di assemblea plenaria (domenica mattina) si discuterà di come proseguire il percorso e come aiutarlo a diventare un’alternativa forte a chi alimenta focolai di intolleranza, razzismo, sessismo e omofobia.
Se si va a leggere il programma completo si scopre molto facilmente che la scuola Cattaneo (e quindi il Comune di Roma) ha solamente messo a disposizione i locali per le conferenze e i laboratori. Infatti la due giorni era orientata allo studio delle pratiche e delle metodologie educative per la valorizzazione delle differenze. Corsi e laboratori sono stati tenuti da insegnanti, docenti universitarie/i e formatrici/tori professionisti che hanno risposto in questi mesi all’appello lanciato dalle associazioni organizzatrici. E così tra un laboratorio di Aikido per contrastare il fenomeno del bullismo e quello dal titolo “Pari o dispari? Il gioco del rispetto” orientato alla “discussione sulle metodologie ludico-didattiche più efficaci nell’intervento con le bambine e i bambini 3-6 anni” ecco spuntare una conferenza sulla decostruzione degli stereotipi di genere nelle fiabe tradizionali che tanto ha sconvolto Giovanni Masini del Giornale. Che evidentemente ha dimenticato che le favole tradizionali non sono proprio il paradigma della famiglia naturale: una giovane ragazza che vive con sette fratelli tutti maschi, una ragazza che si innamora di una bestia, un ragazzino cresciuto da una famiglia di lupi e così via. In fondo la Disney ha già proposto fiabe in cui è la principessa ad essere l’eroina (Mulan) e che dire invece della principessa Fiona e di Shrek che capovolgono il senso di molte fiabe tradizionali? Si tratta più di studiare e di trovare assieme (questo lo scopo dei laboratori) un modo per educare al rispetto delle differenze, siano queste di genere o etniche. Insomma non si tratta di propagandare il gender ma di combattere le discriminazioni. Il tutto nell’ottica di quel comma 16 della legge 107/2015 (detta anche la Buona Scuola) che prevede appunto la promozione:
nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n.93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119
Quella legge del 15 ottobre 2013 è quella che enuncia il piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e introduce misure di maggiore tutela nei confronti delle donne (ad esempio punendo lo stalking) e dei soggetti più deboli.
Cosa ha capito il senatore Maurizio Gasparri?
Maurizio Gasparri ha pure trovato il tempo, tra un tweet contro Che Guevara e uno a favore dei Marò di dire la sua su quanto si stava svolgendo alla Cattaneo richiamando all’ordine la Ministro Giannini:
Il ministro Giannini intervenga immediatamente e condanni quanto accaduto in una scuola di Roma dove si e’ tenuto un corso per diffondere la teoria pro gender. Nell’istituto Cattaneo del quartiere Testaccio alcune associazioni della galassia Lgtb per due giorni hanno dato indicazioni su come insegnare ai bimbi a liberarsi dagli stereotipi di genere. Apprendiamo poi che in un’aula addirittura si invitava a riflettere sull’identita’ attraverso l’analisi di particolari pratiche sessuali
Innanzitutto non sono state solo associazione della galassia LGBT a partecipare all’evento, basta scorrere la lista dei relatori per leggere i nomi di molti docenti, universitari e non, ma anche associazioni come Amnesty International. Riguardo il laboratorio che analizzava “particolari pratiche sessuali”, ricordando a Gasparri che la due giorni era rivolta a genitori ed educatori possiamo dire che, guardando il programma, non abbiamo trovato riferimenti a particolari pratiche. Ci sono invece stati molti incontri orientati al modo in cui educare all’affettività e alla sessualità. In particolare ce n’è stato uno che ha voluto fare un’analisi sull’ adultizzazione e sessualizzazione nei giochi e nei prodotti culturali rivolti all’infanzia oppure un altro sugli stereotipi sessisti nella pubblicità e nella comunicazione sul Web. Riguardo la performance del colletttivo Fuxia Block che tanto ha sconvolto le Sentinelle in Piedi perché fa riferimento a forme di sessualità “perverse” come bondage e burlesque l’invito è a uscire un po’ di casa dato che oramai queste “pratiche” trovano tranquillamente spazio in qualsiasi discoteca “etero” e in televisione da almeno una quindicina d’anni. Gasparri sostiene che la due giorni alla Catteno è la prova che “il gender” è entrato nelle nostre scuole, come scrive nella nota, ma nella realtà delle cose alla Cattaneo sono entrate delle persone e degli operatori dell’educazioni interessati ad approfondire alcune tematiche relative all’omofobia, alla negazione parità di genere e al razzismo. Tutte forme di intolleranza che hanno come obiettivo la negazione di diritti altrui e la creazione di una società meno inclusiva. Ricordiamo inoltre che fino ad oggi gli unici ad aver fatto propaganda gender all’interno delle scuole tra gli studenti sono proprio gli attivisti anti-gender come ad esempio quelli di Forza Nuova o coloro che hanno distribuito “materiale informativo” contro il gender in un liceo della provincia di Napoli.