Cosa è successo a Piero Marrazzo con la RAI per la sede di Gerusalemme

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-26

Le accuse di «gestione opaca» riguarderebbero spese per pernottamenti di operatori e collaboratori mai avvenuti, diarie alte che venivano corrisposte dalla Rai. Sempre secondo le accuse questi soldi venivano poi spartiti tra tutti

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Oggi i giornali rivelano alcuni dettagli sulla vicenda che ha coinvolto l’inviato della RAI a Gerusalemme Piero Marrazzo, che è stato rimosso dalla sede per un presunto omesso controllo sulle spese. Giovanna Casadio su Repubblica racconta come è partita la vicenda:

Tra marzo e aprile infatti arriva ai piani alti della Rai una lettera anonima. C’è scritto: provate a verificare cosa sta succedendo a Gerusalemme, mancano i soldi in cassaforte: sono spariti circa 15 mila euro. Scatta quindi un’inchiesta interna. Anzi una istruttoria che è in capo all’Internal Audit, guidato da Delia Gandini e che risponde direttamente nella sua funzione al presidente Rai, Marcello Foa.

A una verifica a Gerusalemme in cassa tuttavia non mancavano soldi: se mai erano davvero scomparsi, i 15 mila euro erano stati rimessi al loro posto. Ma è cominciata un’analisi delle spese e relative pezze d’appoggio: scontrini, viaggi, costi di lavoro. Il risultato è stato un giudizio assai duro: la gestione è stata quantomeno opaca. La Rai ha deciso di vederci chiaro e di andare fino in fondo. E del resto già informata dei fatti, è la magistratura.

Passa quasi per intero la giornata di ieri, prima che uno stringatissimo comunicato aziendale semplicemente ricostruisca: «La Rai, in seguito a una verifica, ha risolto il contratto del senior producer di Gerusalemme per responsabilità dirette relative ad irregolarità nella gestione amministrativa. In tale ambito nella sua qualità di caposede, il corrispondente capo, Piero Marrazzo è stato momentaneamente sospeso dalle sue funzioni in attesa degli esisti del procedimento disciplinare attualmente in corso». Al suo posto come corrispondente andrà Raffaele Genah.

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La Stampa invece riporta la versione di Marrazzo:

La Rai ufficialmente sostiene che le verifiche sono ancora in corso mentre autorevoli fonti interne sostengono che le verifiche sono già state svolte e chiuse. Allora perché aspettare? I procedimenti disciplinari hanno due sbocchi: o la riammissione con scuse o la risoluzione del contratto. Terze vie, alle quali l’ad o chi per lui possa appellarsi, non ce ne sono. Le accuse di «gestione opaca» riguarderebbero spese per pernottamenti di operatori e collaboratori mai avvenuti, diarie alte che venivano corrisposte dalla Rai. Sempre secondo le accuse questi soldi venivano poi spartiti tra tutti.

I fatti secondo le accuse riguarderebbero il periodo di tempo che comprende tutto il 2018, parte del 2019 e anche altri periodo precedenti. Marrazzo nella lettera anonima viene accusato o di complicità o di aver tollerato questo traffico. L’ex presidente della Regione Lazio invece pare si sia dichiarato assolutamente estraneo a quanto gli è stato contestato e ora aspetterebbe con tranquillità le decisioni dell’azienda pubblica. E non si capisce perché Marrazzo sia stato lasciato sulla graticola per così tanto tempo. Tutto è ora nelle mani dell’ad Salini che dovrà, carte alla mano, prendere la decisione.

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